Progetti nel territorio e legame con i soci: Coop, una storia di persone lunga 170 anni

in collaborazione con Coop

Oltre 6,3 milioni di tessere e un’attenzione continua alla sostenibilità, sociale ed ambientale: il viaggio nei valori di Coop

Dai pochi metri quadrati di una cameretta di via Viotti 7 – ex via della Palma – a Torino nel 1854, a oltre 2.000 punti vendita in tutta Italia. Una storia di cooperazione lunga 170 anni, nata per contrastare l’aumento dei prezzi e proseguita poi rimanendo fedele allo scopo originario, ben radicata nelle comunità, con l’ambizione di innovarsi rimanendo fedele ai propri valori. Coop è un soggetto peculiare nel panorama della grande distribuzione, un soggetto collettivo che sotto un unico marchio raccoglie numerose e variegate imprese collettive. E che così facendo è diventato il terzo attore per quote di mercato. A differenza degli altri però, il suo obiettivo non è massimizzare il profitto: non può distribuire utili, deve rispondere ai bisogni dei suoi soci e accantonare le risorse per quelli futuri. Una famiglia di 6,3 milioni di persone che hanno aderito a questo movimento, hanno deciso di farne parte diventando consumatori consapevoli e partecipando alla vita della cooperativa.


Il filo rosso che si dipana e lega quasi due secoli di storia delle cooperative di consumo è questa distintività, che si riflette nel lavoro quotidiano dalla terra allo scaffale. I prodotti devono essere convenienti per i soci, a prezzi contenuti ma di alta qualità. La filiera deve essere controllata e trasparente. E poi il rapporto con la comunità, che per Coop è un valore fondativo. «Noi nasciamo da tante esperienze dei singoli, nelle singole città, nei singoli Paesi, nei borghi, e mettiamo insieme dei soci che sono parte di quelle comunità», spiegava il presidente Ancc-Coop Marco Pedroni, nella prima tappa del viaggio nel mondo Coop, parlando anche degli scambi e dei progetti con le scuole e il mondo associativo.


Marco Pedroni, presidente Ancc-Coop, nella sede del nuovo Centro Direzionale di Coop Reno a Castel Guelfo di Bologna

Il rapporto con i soci

Pedroni sottolineava i pilastri dell’identità di quel movimento di persone che anima Coop: «Difesa del potere di acquisto, sostenibilità ambientale e sociale, comunità e radici nelle comunità, intese sia come comunità del territorio che come comunità di interessi». Valori ai quali questa realtà si impegna a dare seguito rimanendo al passo con i tempi e anzi provando ad anticiparli, introducendo innovazioni pur rimanendo fedele a se stessa: «È la nostra sfida principale, vogliamo vincerla offrendo prodotti e servizi buoni, sicuri, convenienti e accessibili a tutti», concludeva il presidente Ancc-Coop. I soci sono al centro di questo percorso e come hanno ammesso quelli incontrati negli scorsi mesi, un ruolo decisivo nella fidelizzazione lo giocano i progetti sul territorio, che offrono un coinvolgimento reale e variegato.

Tra queste iniziative, c’è anche quella dell’Approvato dai soci, ossia la possibilità di assaggiare un prodotto a marchio ed esprimere una valutazione che ha un impatto sulla vita stesso del prodotto. Un’esperienza che, dopo oltre 20 anni, diventa anche digitale e da casa, sempre per quella logica di tenere insieme tradizione e innovazione. Ma l’impegno è anche e soprattutto nel sociale, come la campagna Close The Gap, nata per promuovere la parità di genere femminile e per sviluppare una società non discriminante. Come si diceva, l’identità di Coop si riflette nelle sue azioni. E come Coop è una galassia di imprese, così Close The Gap è un insieme di iniziative e di azioni concrete, attraverso il dialogo e la saldatura con varie associazioni impegnate sui temi della campagna, come Differenza Donna, Change.org e Arcigay.

Dalla terra allo scaffale (e oltre)

L’impegno delle cooperative non è solo quello di offrire un prodotto conveniente e accessibile. Sotto questo profilo, anche noi di Open abbiamo provato a contribuire suggerendo tre pasti da portarsi al lavoro con ingredienti del mondo Coop a meno di 5 euro. L’altro punto fermo della loro identità è la qualità di ciò che viene offerto, che è al centro del patto con i propri soci. Il sistema di supervisione della filiera di Coop Italia investe tutte le fasi. Per definirsi di qualità, i prodotti a marchio devono garantire alti standard nei processi produttivi e di sostenibilità, sia etica sia ambientale. Ad esempio, la filiera dell’olio extravergine d’oliva a marchio Coop è sottoposta a controlli ancora più stringenti rispetto a quanto previsto dalla legge. E che culminano nel laboratorio specializzato di Casalecchio di Reno, nel Bolognese, che attraverso due «nasi elettronici» – così li ha presentati il responsabile area chimica e sensoriale Pietro Morozzi – può intervenire con i propri in qualsiasi fase della filiera.

Nel suo sforzo sociale e ambientale, Coop si preoccupa anche della vita del prodotto dopo il suo utilizzo. È così che nasce nel 2017 il progetto, dal nome evocativo, «Toh, chi si rivede!»: una linea che oggi coinvolge 63 prodotti a marchio Coop realizzati esclusivamente o quasi con materiali riciclati. Non solo plastica, ma anche cuoio, carta, alluminio, per dare nuova vita ai contenitori, pentole e utensili scartati, e contribuire così all’economia circolare. Con quest’occhio al futuro, alla protezione dell’ambiente e alle giovani generazioni, dal 1980 Coop si impegna ogni anno anche con progetti nelle scuole attraverso i percorsi di Educazione al Consumo Consapevole. Focus e laboratori di formazione e conoscenza che nell’anno scolastico 2022 hanno coinvolto finora oltre 130mila studenti, 7.200 insegnanti e 49 partner esterni in progetti speciali tra musei, biblioteche e fondazioni, con 16 milioni di euro investiti per il progetto a livello nazionale.

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