Caso Ilaria Salis, Ignazio La Russa incontra il padre: «I diritti della persona vanno tutelati a prescindere dalle idee» – Il video

Il presidente del Senato ha anche suggerito una soluzione di compromesso per i domiciliari: «Potrebbe farli in ambasciata a Budapest»

«Un incontro molto cortese. Ricordatevi che io prima di fare il politico sono avvocato penalista, di carcere. Quindi per me non è difficile immedesimarmi nel desiderio del padre, prima di tutto, che sia rispettata la dignità della figlia imputata». All’uscita dallo studio di Corso di Porta Vittoria, a Milano, Ignazio La Russa si è fermato a parlare con i cronisti dopo l’incontro con il padre di Ilaria Salis. La 39enne italiana si trova in carcere da un anno in Ungheria, in custodia cautelare in attesa di processo, con l’accusa di aver partecipato al pestaggio di due persone di estrema destra. Dopo mesi di denunce per le condizioni detentive in cui è costretta a vivere, le immagini delle manette a piedi e polsi durante il dibattimento in aula hanno posto il suo caso all’attenzione pubblica. Il presidente del Senato ha voluto incontrare Roberto Salis per offrire il sostegno delle istituzioni, dopo giorni di battaglia politica per i contorni della vicenda. Non è un mistero che Ilaria Salis sia una militante antifascista, ma la Lega di Matteo Salvini l’ha accusata di aver partecipato ad episodi violenti in Italia durante alcune manifestazioni e ha suggerito che non dovesse più ricoprire il ruolo di insegnante. Gli avvocati della donna hanno fatto sapere che «è stata assolta per non aver commesso il fatto», nell’assalto ai gazebo della Lega del 2017, e il padre ha annunciato che querelerà Salvini per le sue affermazioni.


La Russa: «Vicinanza immediata e spontanea»

Uscendo dall’incontro, il presidente del Senato sembra abbia voluto rispondere anche al collega di maggioranza. «Politicizzare questa situazione, da parte di chiunque, è sbagliato, se uno ha a cuore il rispetto dei diritti della ragazza imputata in Ungheria», le sue parole, «tanto più lo faremo coralmente, e credo che questa sia la volontà anche del padre, tanto più avremo la possibilità che questo sia un risultato ottenibile. Bisogna tutti abbassare i toni se si hanno a cuore i diritti delle persone». È poi tornato a parlare delle immagini delle manette a mani e piedi. «Al di là del merito del processo su cui non posso dire naturalmente nulla, mi esprimo fortemente sul diritto alla dignità della ragazza nell’esposizione delle famose catene, che ci sono in tanti Paesi e in parte anche in Italia. L’importante è che non vi sia una esibizione dei modi con cui la sicurezza viene assicurata», ha spiegato ancora La Russa, mentre qualcuno gli chiedeva se la difende anche se si tratta di una militante antifascista, quindi di idee molto lontane dalla sua: «Sì, perché non c’entra il merito della vicenda, stiamo parlando di una italiana che, al di là del giudizio che uno può dare, delle sue idee, e del modo con cui traduce le sue idee, se il fatto è vero o non è vero che lei partecipava a quella spedizione, è comunque una cittadina italiana per la quale è giusto siano tutelati i diritti della persona».


La vicinanza con il padre Roberto è stata «immediata e spontanea», ha spiegato il presidente del Senato, che si è soffermato anche sulla richiesta dei domiciliari. Già una volta sono stati rifiutati alla 39enne, mentre ora la famiglia chiede nuovamente che possa uscire dal carcere. «Il fatto che li abbiano respinti ma esaminati significa che in teoria possono essere concessi», ha detto La Russa, la decisione «non attiene al grado di responsabilità per i fatti contestati. Io non sono contrario, anzi, sono estremamente favorevole. Poi però decide liberamente la magistratura ungherese». Ha quindi presentato quella che potrebbe essere una soluzione di compromesso: «La decisione dei domiciliari non può essere nostra. Ci può essere per esempio la disponibilità del luogo in Ungheria, in attesa di un’eventuale richiesta in Italia, e potrebbe essere l’ambasciata». Il padre di Ilaria si è detto soddisfatto dell’incontro e ha ringraziato La Russa: «È stato un incontro amichevole ed empatico. Abbiamo piena convergenza sulla strategia da adottare e come famiglia siamo confidenti che la strada intrapresa sia quella giusta. Adesso per il bene di Ilaria e per la difesa della sua dignità e dei suoi diritti la famiglia chiede a tutti di smorzare i toni della polemica politica e preghiamo di cessare qualsiasi tentativo di strumentalizzazione del caso».

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