Il preside picchiato alla scuola materna: «I genitori non educano più, prendono solo le difese dei figli»

Succede a Taranto. Marco Cesario: mi hanno detto che se ne infischiavano del regolamento

Il 30 gennaio scorso il dirigente scolastico dell’istituto Europa-Dante Alighieri di Taranto Marco Cesario è stato aggredito dal padre di un’alunna. Il tutto a causa di una discussione con la madre della bambina. Il preside ha sporto denuncia nei confronti del genitore. E oggi racconta la sua storia in un’intervista al Corriere della Sera: «Una docente aveva chiamato, secondo il regolamento, la mamma di questa bimba di tre anni per cambiarle la biancheria. La signora s’è presentata già in preda al nervosismo perché stufa di essere chiamata ripetutamente per questa incombenza». A quel punto lui ha spiegato alla donna che i bimbi della materna devono essere autonomi: «Ma lei mi ha risposto che se ne infischiava del regolamento.


Abbassare i toni

A quel punto, dice Cesario, l’ha invitata ad abbassare i toni «altrimenti avrei dovuto chiamare i carabinieri per riportare la situazione alla normalità. Ed è a questo punto che ha dato in escandescenze. Allora me ne sono tornato in presidenza per evitare ogni tipo di conflittualità. Dopo cinque minuti mi ritrovo davanti il marito, la moglie dietro a spalleggiarlo. L’uomo mi ha afferrato e sbattuto a terra colpendomi con calci e pugni. Mentre ero a terra anche la signora ha tentato di darmi un calcio e ha gridato “ora chiamali i carabinieri”. Sono scappato. Avevo il maglione strappato tanta è stata la violenza dell’uomo. La vice preside ha cercato di fermarli e s’è presa anche lei qualche colpo».


Cambiare rotta

Il dirigente scolastico spiega che questi episodi sono sempre più numerosi «perché i genitori non fanno più i genitori, non educano. Ovviamente è un discorso generale. Prendono sempre le loro difese. Accade nella scuola come nella sanità: dovrebbero essere i servizi più importanti della società, ma sono trascurati». Secondo Cesario bisogna avere il coraggio di cambiare rotta: «Deve essere la scuola a dettare le regole e dire cosa si può fare e cosa no. Noi accogliamo e facciamo di tutto per aiutare i ragazzi a star bene. Ma l’inclusione è un mito perché basata sull’uguaglianza che, occorre ammettere, non esiste. Inoltre il genitore si sente padrone: non deve entrare e uscire da scuola a proprio piacimento».

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