Fratelli d’Italia porta un dromedario per Renzi a Biella. La replica: «Grazie per lo spot al libro». E attacca Delmastro (che lo querela) – Il video

Il leader di Italia Viva: «Porteremo altre carte nei prossimi giorni in Parlamento chiedendo al sottosegretario che venga in aula»

C’è anche un dromedario tra chi attende oggi Matteo Renzi a Biella. L’ex premier è atteso in città per presentare il suo libro e per parlare del caso Pozzolo. E alcuni militanti di Fratelli d’Italia si sono organizzati: si sono raccolti in via Italia, davanti al luogo dell’appuntamento, portando anche l’animale. «Lo-Renzi d’Arabia», si legge in un cartello. «Perché è il parlamentare più ricco e le sue ricchezze dipendono dall’Arabia Saudita», dicono alcuni di loro.


Mossa a cui Renzi ha replicato: «Ci hanno fatto un gigantesco spot al libro. Questa è la dimostrazione della differenza tra influencer e politici. Andare al circo a prendere un dromedario… È la dimostrazione che non sanno parlare dei contenuti. Mi attaccano sull’Arabia da anni, ma oggi sta emergendo chiaramente l’importanza geopolitica di sostenere le leadership moderate e riformiste della penisola arabica».


Scontro con Delmastro

Il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro ha annunciato oggi una querela nei confronti del leader di Italia Viva. Questo per via delle sue parole in merito allo sparo di Capodanno. Ma Renzi insiste: «Porteremo altre carte nei prossimi giorni in Parlamento chiedendo che Delmastro venga in aula. Questa vicenda è di 40 giorni fa, Delmastro non ha ancora risposto alla nostra richiesta di parlare in aula». E ancora:  «Venga in Senato e racconti la verità, noi continueremo con i nostri documenti perché tanto la verità prima o poi viene fuori. Il mio suggerimento a Delmastro è: ‘Ma dilla te la verità, prima che la tiriamo fuori noi’. Se vuole dire la verità lo faccia, se invece vuole continuare con queste pagliacciate da circo è un problema suo». E ha aggiunto: «Nel caso specifico del sottosegretario è evidente che stanno girando ricostruzioni false: una volta era fuori a gettare l’immondizia, una volta a caricare la macchina. Ci sono due cose da fare: la prima è un’interrogazione parlamentare al ministro Nordio per sapere se la scorta aveva i titoli per fare la sorta, a noi risulta di no. E poi se il sottosegretario è così tranquillo, offra il suo dna e lo facciano gli altri pubblici ufficiali presenti in quella sala, per verificare che sulla pistola non vi fossero tracce di persone con incarichi di pubblico ufficiale».

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