Caso Pozzolo, i passaggi di mano della pistola prima dello sparo: anche il figlio del caposcorta di Delmastro ha toccato l’arma

Arriva la conferma dal test del Dna dopo che lo stesso Maverik Morello aveva dichiarato agli inquirenti di aver impugnano il mini-revolver, ma solo per consegnarlo a suo padre

È quello di Maverick Morello il nome che mancava tra le persone che hanno toccato la pistola del deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo da cui è partito il colpo che ha ferito il 31enne di Candelo Luca Campana nella notte di Capodanno 2024 a Rosazza, in provincia di Biella. Morello è il figlio del caposcorta di del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro. Le sue tracce si aggiungono a quelle del padre, Pablito Morello, che ha ammesso di aver toccato il piccolo revolver per metterlo in sicurezza dopo lo sparo, e a quelle di Delmastro. Il nome emerge dalle indagini dei Ris di Parma che avevano già confermato come a toccare l’arma fossero state almeno tre persone. Morello figlio è cognato del ferito, e aveva fin da subito detto agli inquirenti di aver preso in mano la pistola solo per consegnarla nelle mani del padre, riporta il Messaggero.


«Ho preso la pistola per darla a mio papà»

«C’ero anche io in quella stanza, dopo lo sparo ho preso la pistola appoggiata sul tavolo e l’ho consegnata nella mani di mio papà. Ho preso l’arma dal tavolo perché così nessun altro si sarebbe fatto male. L’ho data a mio papà che l’ha sistemata su una mensola, mettendola in sicurezza. In quel momento non stavo guardando. Ho sentito, subito prima, dire la frase: ‘Ma allora la pistola è vera?’. Dopo che è successo il fatto ho visto Pozzolo da solo. Era seduto, immobile», ha dichiarato Morello figlio alla seconda chiamata in procura, dopo quella del padre, citato dall’edizione torinese di Repubblica. Intanto, proseguono le indagini per ricostruire la dinamica di quanto avvenuto quella notte. Pozzolo di cui è ormai certa la paternità dello sparo sostiene che il colpo sia partito accidentalmente.


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