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Christine Lagarde rivendica la linea dura della Bce: «L’inflazione sta rallentando. Il taglio dei tassi? Agiremo in base ai dati»

26 Febbraio 2024 - 18:32 Gianluca Brambilla
Nel suo discorso al Parlamento europeo, l'ultimo della legislatura, la presidente della Bce ha detto di aspettarsi una ripresa economica nel 2024

Da Strasburgo – Dopo un 2023 segnato da una «crescita stagnante», il 2024 offre «sempre più segnali di un’inversione di tendenza». È con queste parole di ottimismo che Christine Lagarde si presenta al dibattito annuale al Parlamento europeo, l’ultimo di questa legislatura. I temi affrontati dalla presidente della Banca centrale europea nel suo discorso sono diversi: i programmi di acquisto di attività (Ppe), le misure finanziarie per affrontare i rischi del cambiamento climatico, lo scenario di incertezza globale e la necessità di un’Unione Europea più integrata. Ma le parole più attese riguardano la lotta all’inflazione e i possibili tagli ai tassi di interesse. «Il processo disinflazionistico in atto – ha detto Lagarde rivolgendosi agli eurodeputati – dovrebbe continuare, il consiglio direttivo deve essere fiducioso che ci condurrà in modo duraturo al nostro obiettivo del 2%. Continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione».

Confermata la linea dura sui tassi

L’ultimo rialzo deciso dalla Bce risale al settembre 2023, quando l’istituzione guidata da Lagarde portò i tassi di interesse a livelli record: 4,50% sui rifinanziamenti principali, 4% sui depositi, 4,75% sui prestiti marginali. Da allora, i tassi sono rimasti invariati, con alcuni governi che premono affinché la Bce dia ufficialmente il via alla fase di discesa dei tassi. «In prospettiva», ha precisato oggi Lagarde, «ci aspettiamo che l’inflazione continui a rallentare». L’obiettivo del 2%, però, non è ancora stato raggiunto. E fino ad allora la Bce sembra intenzionata a rinviare il taglio dei tassi di interesse. Le parole pronunciate oggi a Strasburgo da Lagarde sono una prima indicazione di ciò che potrebbe succedere alla prossima riunione del board della Bce, che si ritroverà a marzo per decidere se aumentare, tagliare o lasciare invariati i tassi di interesse. A intralciare il percorso di riduzione dell’inflazione contribuiscono poi le «pressioni salariali» di chi ha visto il proprio potere d’acquisto ridursi e ora chiede maggiori tutele. Nei prossimi trimestri, ha detto oggi Largarde a Strasburgo, si prevede che «la crescita dei salari diventerà un motore sempre più importante della dinamica dell’inflazione».

Le priorità finanziarie dell’Ue

Al di là della politica restrittiva sui tassi di interesse, nel suo discorso Lagarde ha parlato in toni entusiastici del nuovo Patto di stabilità, che – se rispettato – «contribuirà a ridurre l’elevato debito pubblico e promuovere le riforme strutturali e gli investimenti pubblici, anche per le transizioni verdi e digitale». Le priorità per il futuro indicate dalla presidente della Bce sono quelle che ormai a Bruxelles e Strasburgo si ripetono come un mantra da diversi mesi: l’indipendenza energetica, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la digitalizzazione. Per affrontare tutte queste sfide mantenendo «la sovranità monetaria e la prosperità economica», Lagarde indica soprattutto una strada: rendersi più indipendenti dall’estero e «investire nell’autonomia strategica» dell’Unione europea.

Foto di copertina: EPA/Ronald Wittek | La presidente della Bce, Christine Lagarde, durante la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo (26 febbraio 2024)

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