Inflazione in frenata, la Bce tiene fermi i tassi d’interesse. E i mercati ora scommettono su un taglio nel 2024

L’istituto di Francoforte segue la linea della Fed e conferma l’arresto dei rialzi. Segnali positivi dalle previsioni per il prossimo triennio

La Banca centrale europea ha deciso oggi di non intervenire sui tassi d’interesse dell’Eurozona, che restano dunque fermi al 4,5% per i rifinanziamenti principali, al 4% sui depositi, al 4,75% sui prestiti marginali. Si conferma così il rilassamento della politica monetaria dopo la pausa decisa dalla Bce a fine ottobre, dopo una lunga fase di rialzi durata ben 15 mesi. prestiti marginali al 4,75%. La strategia attendista, a fronte di un’inflazione che pare aver perso forza, vede allineate le principali banche centrali dell’Occidente: ieri la stessa scelta è stata operata dalla Fed americana, questa mattina dalla Bank of England e dalla banca centrale svizzera. E così i mercati ora scommettono su una vera e propria inversione di tendenza, con un allentamento dei tassi d’interesse nel 2024. E i tassi dei titoli di Stato vanno in picchiata libera: lo spread tra Btp e Bund dopo un avvio in calo è stabile a 170 punti, mentre il rendimento del decennale italiano scende di 17 punti base al 3,74%.


Le previsioni su crescita e inflazione

«L’inflazione, pur essendo diminuita negli ultimi mesi, tornerà probabilmente a registrare un temporaneo incremento nel breve periodo», avverte nel comunicato che accompagna la decisione la Bce. «Secondo le ultime proiezioni per l’area dell’euro dovrebbe ridursi gradualmente nel corso del prossimo anno, per poi avvicinarsi all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2%. Nell’insieme gli esperti si attendono che l’inflazione complessiva si collochi in media al 5,4% nel 2023, al 2,7% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026». Per quanto riguarda la crescita, invece, la Bce si attende che resti «contenuta» nel breve periodo. Oltre quest’orizzonte, l’economia dovrebbe segnare una ripresa per effetto dell’incremento dei redditi reali – poiché le famiglie beneficiano del calo dell’inflazione e dell’aumento delle retribuzioni – e del miglioramento della domanda esterna. Pertanto, le proiezioni degli esperti dell’Eurosistema indicano un aumento della crescita da una media dello 0,6% nel 2023 allo 0,8% nel 2024 e all’1,5% sia nel 2025 sia nel 2026.


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