Silvia Conti: perché la dirigente di polizia delle manganellate di Pisa è stata rimossa

Non era lei la responsabile dell’ordine pubblico. Ma ha pagato per tutti. Ecco perché

Silvia Conti non ha avuto alcun ruolo nella gestione dell’ordine pubblico a Pisa. Non ha quindi ordinato lei di manganellare gli studenti che manifestavano per la Palestina. Eppure è lei la prima a pagare mentre i genitori dei ragazzi promettono cause collettive e 15 poliziotti sono a rischio inchiesta. Insieme a due commissari e a un dirigente della questura. Conti, dirigente del reparto mobile di Firenze dal 2021, è la responsabile della Celere. Il dirigente del reparto mobile però ha un ruolo preciso nella gestione dell’ordine pubblico: organizza uomini e mezzi nella sede del reparto inviandoli poi nel luogo della manifestazione. A gestire la piazza però poi è il funzionario della questura locale. E fonti del Viminale spiegano oggi a La Stampa che la sostituzione era in qualche modo programmata.


In pensione a settembre

Perché la dirigente aveva chiesto da tempo di tornare nella sua città d’origine: Pescara. Al suo posto, dicono i sindacati, arriverà Francesco Trozzi, fino a oggi responsabile dell’ottavo reparto volo di Firenze. «Il dirigente del Reparto Mobile non è responsabile di eventuali tensioni, ma pende in capo al dirigente del servizio individuato dall’autorità di pubblica sicurezza del questore», spiega il segretario generale del Siulp di Firenze Riccardo Ficozzi. Silvia Conti ha comunque mandato gli uomini a fare ordine pubblico nelle piazze della cittadina toscana. Anche nella zona tra via San Frediano e piazza dei Cavalieri dove sono arrivate le cariche. Mentre La Repubblica scrive che la comandante del reparto mobile pagherebbe anche la scelta di mandare a Roma, per l’ordine pubblico della manifestazione davanti al Viminale di domenica 25 febbraio, gli stessi uomini che avevano svolto il servizio a Firenze e Pisa.


La carriera

Conti ha fatto carriera nella polizia stradale prima di diventare una delle prime donne a comandare un reparto mobile di una città. Ieri, quando si è diffusa la notizia dell’allontanamento, è stata a lungo applaudita dal personale. E lei stessa è sembrata sorpresa dalla scelta del ministero dell’Interno. Intanto la procura sta cercando di capire chi fossero i poliziotti che hanno inseguito i manifestanti dopo le prime manganellate dopo averli colpiti una prima volta. E intanto ha lasciato il suo posto il dirigente della questura responsabile dell’ordine pubblico. Il quale sarebbe stato frainteso dagli uomini del reparto mobile quando ha chiesto di mettere maggiore distanza tra loro e i manifestanti. Ma anche nel suo caso la promozione e il trasferimento in Liguria erano stati già decisi da tempo.

Le indagini sui ragazzi

Anche il ministero dell’Interno ha avviato un’indagine amministrativa. Ma la questura ha identificato alcuni dei giovani che hanno partecipato alla manifestazione. Perché due poliziotti si sono fatti refertare per le ferite riportate in piazza. Ora rischiano denunce per manifestazione non autorizzata. La Digos ha ricevuto la delega per l’indagine. Chi rischia di più è il poliziotto che ha rotto il naso a una ragazza. E che ora rischia l’accusa di lesioni. Per identificarlo si studiano le immagini delle videocamere di sicurezza.

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