L’allievo di Burioni diventato ricercatore: «Anche io bocciato al suo test, ma non è cattivo»

Gioacomo Gorini ha lavorato a Oxford, Cambridge e Harvard. E ha pubblicato con Fauci

A soli 35 anni Giacomo Gorini è un ricercatore biomedico che ha girato tra Cambridge ad Harvard fino a Oxford. Ha collaborato allo sviluppo di vaccini anti Covid. E ha pubblicato insieme ad Antony Fauci. Prima è stato studente di Roberto Burioni al San Raffaele. Ha fatto il famoso pre-test ed è stato bocciato. Ma dice che il prof non è cattivo: «È un professore tosto che insegna materie complic ate che richiedono studio, ma non lo definirei cattivo. Anzi: per me è un mentore, la passione che trasmette quando insegna ha cambiato il corso della mia vita», dice al Corriere della Sera.


La virologia

Burioni è stato il suo prof di virologia nell’anno accademico 2011-2012: «Frequentavo le lezioni e lui era così magnetico e appassionato che ho deciso di fare la tesi con lui. Mi accettò come tesista e scelsi il suo laboratorio per il lavoro di un anno su cui basare la mia tesi. È stato un anno impegnativo, ma bellissimo. E quando arrivò il gran giorno della laurea, il professore mi mise sotto torchio facendomi mille domande. Voleva che dimostrassi la qualità del lavoro svolto e che mi meritassi il mio voto. Mi ha preparato per tutte le discussioni che sono venute dopo». Ma il test non l’ha passato: «È una modalità d’esame che ho ritrovato in tutto il mio percorso di studi, diffusa sia in Italia sia all’estero. Serve a “scremare” un po’, a fermare gli studenti che si presentano all’esame per provarlo. Lo ammetto: io sono stato tra quelli. La prima volta sono andato per tentarlo un po’ a caso e il professor Burioni mi ha bocciato. Era un pre-test di domande fondamentali e io ne ho sbagliate alcune che dovevo sapere…».


Lo studio

Poi, dice, «ho studiato, mi sono impegnato e l’ho passato. Ora io stesso sono virologo. Come ho già detto, la sua materia e il suo modo di insegnarla mi hanno cambiato la vita e la carriera. Per me è un modello da seguire». Infine, un commento sulle ultime polemiche: «Non conosco il caso specifico perché era un altro corso in un’altra facoltà e riconosco che non sempre è tutta colpa degli studenti, ma quando mi guardo indietro e ripenso ai professori che ritenevo tosti, capisco che lo erano perché la loro disciplina richiedeva preparazione. Al San Raffaele ho trovato una realtà in cui bisognava studiare e lavorare. Se non studiavo, non passavo. Come nella vita».

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