Stefano Tacconi, la trasformazione dopo il coma: «Ho cancellato falsi amici, alcol e sigarette: ho seguito la luce di Padre Pio»
Oggi Stefano Tacconi dice di essere «sicuramente un uomo diverso da quello di due anni fa», quando un’ischemia cerebrale lo aveva portato prima al ricovero d’urgenza ad Alessandria, poi a due interventi delicati e infine al coma. L’ex portiere di Juventus e Nazionale alla Stampa racconta quanto quell’esperienza e i due anni che ne sono seguiti lo abbiano profondamente trasformato. Se un tempo si sentiva un invincibile, potesse cambiare qualcosa del suo passato «farei a meno di alcool e sigarette, tutte brutte abitudini di cui ora mi sono sbarazzato. Allo stesso tempo – dice – ho cancellato molti numeri dalla rubrica del mio telefono, sono quelli delle persone che prima pensavo fossero amici e che ora ho capito essere solo opportunisti. Ringrazio per per avere avuto nella vita una seconda possibilità, ora non mi sento più così invincibile».
Nella sua trasformazione c’è anche un aspetto fortemente spirituale, che lo ha portato anche a San Giovanni Rotondo, nella struttura in cui ha seguito un faticoso piano di riabilitazione: «Credo in Dio attraverso mia moglie. È molto fedele da sempre di Padre Pio, abbiamo pregato insieme e seguito la sua luce fino a San Giovanni Rotondo, dove sono stato ricoverato. Credo anche nel mio angelo custode».