In Evidenza Governo MeloniIsraeleBruno Vespa
ESTERIArmiBerlinoGermaniaKievMoscaOccidenteRussiaSpionaggioUcraina

Lo scandalo degli ufficiali tedeschi intercettati, il Cremlino: «L’Occidente è coinvolto direttamente in Ucraina»

04 Marzo 2024 - 11:17 Ugo Milano
La registrazione risale al 19 febbraio scorso: 38 minuti di conversazione in cui gli ufficiali tedeschi discutono sul possibile attacco al ponte di Crimea

Le conversazioni intercettate tra generali dell’esercito tedesco, in cui si parla di potenziali attacchi al ponte di Kerch in Crimea, «mostrano il coinvolgimento diretto dell’Occidente nel conflitto in Ucraina». Lo ha ribadito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, scrivono le agenzie di stampa russe. In mattinata, l’ambasciatore tedesco a Mosca, Alexander Lambsdorff, è stato convocato presso il ministero degli Esteri dopo la diffusione degli audio da parte di Russia Today, testata controllata dal Cremlino. «L’ambasciatore tedesco è arrivato al ministero degli Esteri russo, dove è stato convocato in relazione alla conversazione resa pubblica fra ufficiali tedeschi sulla Crimea», scrive l’agenzia russa Ria Novosti, che pubblica anche un video.

La presunta conversazione intercettata

La registrazione risale al 19 febbraio scorso, ma è stata resa nota dal capo del canale Russia Today, Margarita Simonyan, il primo marzo. 38 minuti di conversazione in cui gli ufficiali tedeschi, tra cui il comandante dell’Aeronautica Ingo Gerhartz, discutevano fra loro del possibile utilizzo da parte dell’Ucraina dei missili da crociera Taurus (di fabbricazione tedesca), del loro potenziale impatto e della possibilità di puntarli contro il ponte di Kerch, che collega la Russia alla Crimea, annessa da Mosca nel 2014. «Il ponte a Est è difficile da colpire, essendo un bersaglio piccolo, ma il Taurus potrebbe farcela e potrebbe colpire anche i depositi di munizioni», è uno dei passaggi della conversazione.

Scholz nella bufera

Il governo del cancelliere Olaf Scholz si è sempre detto contrario all’invio dei Taurus – che possono raggiungere obiettivi fino a 500 chilometri di distanza – alle forze armate di Kiev. Il timore è sempre lo stesso: la possibile escalation, che trascinerebbe nel conflitto Berlino e l’intera Nato. Nel tentativo di giustificare il suo «no», nei giorni scorsi il cancelliere era però finito nella bufera per aver lasciato sottintendere che Parigi e Londra manovrino direttamente i missili (Scalp e Storm Shadow) forniti all’Ucraina. Una gaffe diplomatica che ha scatenato l’ira degli alleati britannici e francesi ed è stata poi smentita dalla sua stessa maggioranza di governo. All’indomani del cosiddetto leak russo, il capodelegazione della Csu al Bundestag, Alexander Dobrindt, ha inoltre chiesto a Scholz di riferire in aula. «Le notizie sono strane sotto due aspetti: da una parte che le conversazioni relative alla sicurezza siano ascoltate dai russi, e dall’altra che il cancelliere giustifichi il suo rifiuto di consegnare i Taurus» a Kiev «con una falsa dichiarazione», ha detto allo Spiegel l’ex ministro tedesco dei Trasporti, chiedendo che il cancelliere si presenti a «spiegare al Bundestag».

Le indagini di Berlino

Nel frattempo, Berlino sta indagando sulla fuga di notizie. La questione è «molto seria» e l’indagine sarà «rapida e approfondita», la reazione a caldo di Scholz. Poche più tardi, la conferma del ministero della Difesa tedesco: «Esaminiamo le comunicazioni relative alle forze militari che sono state oggetto di ascolti, il controspionaggio militare ha dispiegato tutte le misure necessarie», ha spiegato il ministero, che ha inoltre accusato Putin di voler «destabilizzare» la Germania. Nell’attesa di fare chiarezza sulla fuga di notizie però l’immagine già sbiadita di Scholz subisce un nuovo colpo sulla scena internazionale.

Leggi anche: