L’astronauta “analoga” Ilaria Cinelli: «La parità di genere nello spazio? Vorrei portarla sulla Terra»

Il suo lavoro è simulare le missioni su altri pianeti. Ma, dice, in un mondo di uomini è stata dura

Ilaria Cinelli, astronauta “analoga“ (cioè che simula in ogni suo aspetto sulla Terra una futura missione su un altro pianeta) di 38 anni, è ingegnera biomedica. Dice che nella sua vita l’hanno ispirata «Rita Levi Montalcini. E le mie nonne: mi hanno trasmesso valori come l’importanza della condivisione e la speranza». Ma la gender equality, spiega in un’intervista al Quotidiano Nazionale, non va cercata su Marte: «Possiamo conquistarla sulla Terra, è un tema a cui tutte le Nazioni arriveranno, ma con velocità diverse. C’è chi non è pronto ancora. Lo spazio, studiandolo, ti fa guardare avanti e oltre. Capire come si comportano gli equipaggi in missioni spaziali ti dà un’idea di quello che saranno le società del futuro, si spera a misura di donna».


Le donne e l’aerospazio

Cinelli dice che «sono rare le donne che si sono fatte strada nel mondo aerospaziale (nel corpo astronautico appena l’11%), io sono tra queste. In più sono europea, civile: tutto quello che sulla carta ostacolerebbe la carriera nel settore. Ho all’attivo otto missioni da comandante di simulazione della vita su Marte con la Mars Desert Research Station. Parto da condizioni oggettivamente penalizzanti. Perciò ritengo importante il mio ruolo: le donne hanno bisogno di altre donne che trasmettano fiducia nella possibilità di riuscire e di abbattere gli stereotipi». Ma nel tempo si è sentita discriminata: «Ho lavorato all’estero. Si immagini: una giovane donna di scienza, immigrata. Per questo poco attendibile. Intrappolata dai tabù».


Uniformi e caschi

E aggiunge che «uniformi e caschi sono prodotti su un modello maschile. Le tute vanno strette. Ci sono colleghe che hanno deciso di ‘sopprimere’ il ciclo mestruale per partire in missione. Ma non solo. Nei dibattiti a cui partecipo in giro per il mondo, si vedono solo giacche e cravatte. Non è credibile non coinvolgere una figura femminile in una discussione che riguarda il pianeta Terra». Eppure, sostiene, «le donne Stem (science, technology, engineering and mathematics) contribuiscono a scoperte straordinarie eppure sono ancora sotto rappresentate. Sono rientrata dall’Egitto dove, in un incontro diplomatico in favore dell’empowerment femminile, ho portato la mia testimonianza proprio su questo tema».

La discriminazione

Secondo Cinelli «c’è da lavorare tanto sull’integrazione tra uomo e donna, nella scienza e non solo. Viviamo varie forme di discriminazione, dal mancato riconoscimento delle skills, a stipendi inferiori rispetto ai colleghi. È importante incoraggiare le donne così come le minoranze in generale. C’è bisogno di un cambio di prospettiva. Giusto invogliare le bambine a seguire i propri obiettivi nel campo scientifico, ma è sul mondo degli adulti che bisogna fare la rivoluzione».

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