Mattarella: «Il Presidente non è un sovrano. Quando firmo una legge faccio il mio dovere» – Il video

L’incontro con i vertici della Casagit, la cassa sanitaria dei giornalisti. E la precisazione: «Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa»

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato oggi i vertici della Casagit, la cassa sanitaria dei giornalisti. E ha iniziato la sua riflessione sull’importanza della Carta Costituzionale e della libertà di stampa. «È fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia. Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti. Ma è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo», spiega. «Vorrei cogliere l’occasione – precisa – far notare che frequentemente il presidente della Repubblica viene invocato con difformi e diverse motivazioni. C’è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: “Il Presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata”, oppure: “il Presidente della Repubblica ha firmato quella legge e quindi l’ha condivisa, l’ha approvata, l’ha fatta propria”. Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa». «Quando firmo una legge faccio il mio dovere», precisa Mattarella. «Sarebbe grave se uno dei poteri – e tra questi anche Presidente della Repubblica – pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato. Fortunatamente il presidente non è un sovrano. E questo è una indicazione di democrazia che si inserisce in quell’armonico disegno che la nostra Costituzione indica e presenta in maniera sinceramente ammirevole per coloro che la scrissero, che ebbero la forza — in condizioni difficili e anche dialetticamente molto accese — di definirla e approvarla. Anche questo rientra nella libertà, nel rispetto della libertà di tutti coloro a cui la Costituzione assegna un compito, che — ha precisato ancora — nessun altro può sottrarre per farlo proprio», chiude il Capo dello Stato.


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