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La Svezia entra nella Nato, finita l’attesa. Gli Usa: «Ora siamo più forti, per la Russia una débacle»

Il Paese scandinavo aveva presentato candidatura all’indomani dell’invasione dell’Ucraina. Ha dovuto vincere le resistenze di Turchia e Ungheria

L’attesa è finita: la Svezia fa parte da oggi della Nato, diventandone così il 32esimo Stato membro. Il Paese scandinavo, per lunghi decenni fedeli alla linea della neutralità, aveva presentato candidatura all’Alleanza atlantica all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina, nel maggio 2022. Al contrario di quello della Finlandia, avviato in parallelo, l’iter di adesione della Svezia si era fatto nei mesi seguenti particolarmente difficile, per l’opposizione frapposta soprattutto dalla Turchia. Il regime di Recep Tayyip Erdogan voleva in cambio del nulla osta (si può entrare nella Nato solo con il consenso di tutti i Paesi membri) passi indietro molto concreti di Stoccolma sulla protezione data a miltianti curdi del Pkk, che la Turchia considera come una fazione terroristica. Una volta ottenute concessioni su questo terreno, Ankara aveva poi rilanciato chiedendo in cambio del sì alla Svezia la conferma di un ordine di armamenti Usa del valore di 20 miliardi di dollari. Sfida anche questa vinta nei mesi scorsi, dopodiché Erdogan aveva finalmente acconsentito, lo scorso ottobre, a firmare il suo sì. La ratifica formale del Parlamento di Ankara è arrivata però ancora più tardi, alla fine di gennaio di quest’anno.


Il via libera dell’Ungheria e la cerimonia a Washington

Restava un ultimo scoglio, rappresentato dall’Ungheria di Viktor Orbán, rimasto a quel punto l’unico Paese a non aver ancora ratificato il via libera all’adesione. Una scelta legata da ragioni poco chiare, legate forse alla vicinanza di Budapest alla Russia di Vladimir Putin. Sotto l’enorme pressione dei partner, a cominciare dagli Usa, il governo ungherese ha comunque rapidamente mollato la presa e fatto avere a febbraio anche il suo ok. Oggi, quindi, la cerimonia a Washington di deposito dei documenti ufficiali, il cosiddetto «strumento di adesione» della Svezia. «La pazienza è la virtù dei forti, quale miglior esempio», si è congratulato Antony Blinken con il premier svedese Ulf Kristersson, prima di sottolineare come l’ingresso ufficiale del Paese scandinavo nella Nato dimostra «la debacle strategica della Russia». «Questo per noi non è la fine, ma l’inizio di qualcosa», gli ha fatto eco Kristersson, sottolineando la portata storica del traguardo raggiunto: «È una vittoria della libertà».


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