Dopo i rilievi della Corte dei Conti accelera il piano Banda Ultralarga. Da mercoledì parte a Firenze il roadshow di Infratel con gli enti locali

La spinta al piano dopo i rilievi della Corte dei conti per portare la connessione nelle cosiddette «Aree bianche»

La Corte dei Conti aveva chiesto di fare presto e di più. Così il governo di Giorgia Meloni ha impresso una accelerazione sul piano per la Banda ultralarga (Bul), disegnando in queste settimane la roadmap per portare in tutto il Paese la connessione internet veloce. Dalle grandi città ai piccoli e piccolissimi centri rimasti troppo a lungo fuori dai radar. La Corte dei Conti una settimana fa aveva segnalato la necessità di un cambio di passo per portare la connessione nelle cosiddette Aree bianche: 8milioni e 400mila abitazioni. C’è un problema di consapevolezza da parte degli enti locali sulle sfide della connettività, i tempi e le risorse in campo. Per cambiare passo il governo si è appoggiato ad Infratel – la società in-house del ministero delle Imprese e il made in Italy designata soggetto attuatore del piano – che da mercoledì – prima tappa in Toscana, a Firenze, farà partire un roadshow nelle Regioni italiane per riaccendere i riflettori sul tema della connettività e l’urgenza di concludere il lavoro avviato.


9 mila cantieri aperti, ma le procedure locali spesso li incagliano

Per il nuovo piano di infrastrutturazione nazionale per l’ultrabroadband Palazzo Chigi ha stanziato – per il triennio 2023-2025 – 2,8 miliardi di euro, buona parte dei quali derivanti dai fondi per il Pnrr. I primi risultati in realtà si iniziavano a vedere. Dall’avvio del Piano Bul – spiega l’ultima relazione sull’attuazione del 29 febbraio di Infratel, sono 6049 i comuni in commercializzazione (4129 in più rispetto al 2020), 3999 le città collaudate con esito positivo e più di 9mila i cantieri aperti. Certo, pesano gli intoppi e le lentezze della burocrazia italiana, che incombono del resto su buona parte dei lavori Pnrr. Autorizzazioni, vincoli paesaggistici, comuni che si muovono in autonomia raddoppiando sforzi e risorse. Anche per questo a novembre una circolare emanata dal Dipartimento per la transizione digitale guidato dal sottosegretario (in quota FdI) Alessio Butti strigliava gli enti locali per i ritardi «causati in alcuni casi dall’inerzia amministrativa, in altri casi dalla mancata adozione di provvedimenti abilitativi aventi carattere vincolato». 


Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica

Il cambio di passo promosso da Infratel che inizia il roadshow in Toscana

C’è spesso, dietro ritardi e inefficienze, la mancanza di competenze o di consapevolezza sul piano per la rete veloce da parte degli amministratori locali. Su questo punto insisterà anche il roadshow nelle Regioni di Infratel: «Infratel incontra le Regioni: Libertà e democrazia digitale nell’era delle infrastrutture, dei servizi e della connettività». L’iniziativa, sotto l’egida del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e in collaborazione con ANIE SIT, l’associazione che rappresenta le aziende che si occupano di progettazione e realizzazione di infrastrutture tecnologiche, partirà mercoledì 27 marzo a Firenze davanti al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e a Marco Ambrosini, Chief Innovation Officer della presidenza del Consiglio. Seconda  tappa in Toscana, poi il roadshow continuerà in Liguria e Lombardia.

Gran parte del Pnrr servirà alla costruzione di reti ultraveloci

«Abbiamo deciso di promuovere questo percorso perché siamo fortemente convinti che la libertà digitale sia il diritto fondamentale di ogni individuo di accedere, utilizzare e contribuire al mondo digitale senza restrizioni», spiega Pietro Piccinetti, Ad di Infratel Italia. «Gli incontri in programma in Toscana, Liguria e Lombardia – aggiunge invece Luigi Piergiovanni, Presidente Anie Sit – sono finalizzati a sensibilizzare le istituzioni e i governi di quei territori affinché sia possibile riprodurre il modello virtuoso che la Regione Sardegna ha già fatto proprio». Il 27% delle risorse complessive del Pnrr sono infatti dedicate alla transizione digitale e di questi (missione1, componente 2, investimento 3) 6,7 miliardi sono stanziati complessivamente per le reti ultraveloci.

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