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Roma, la truffa dell’olio extravergine nei ristoranti: «Qui l’hanno comprato tutti»

25 Marzo 2024 - 08:28 Redazione
olio extravergine truffa ristoranti roma
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L'indagine dei Nas dei carabinieri su 30 esercizi della Capitale

La truffa dell’olio extravergine nei ristoranti di Roma conta attualmente 40 indagati. Decine di ristoratori hanno acquistato olio di semi miscelato con beta-carotene e clorofilla. Identico alla vista all’originale e con un sapore simile, è in realtà adulterato e pericoloso per la salute. La procura ha individuato i produttori in Puglia, gli spacciatori nella Città Eterna e gli acquirenti tra i gestori dei locali. Il reato contestato è frode in commercio per i produttori e ricettazione per i gestori. Ristoranti e gastronomie sono stati individuati vicino al Senato, alla Fontana di Trevi, a Testaccio, Trastevere e a Fiumicino. Oltre che ai Castelli Romani e in due supermercati. L’olio costava 3 euro al litro contro i 9 del vero extravergine.

Come funziona

L’edizione romana di Repubblica racconta che la base è l’olio di semi corretto con beta-carotene (per mascherare il sapore) e clorofilla (per modificarne il colore). Il liquido viene imbottigliato con etichette come “extravergine made in Italy”. L’olio di semi utilizzato è della qualità più bassa, non tracciato e di provenienza ignota. Finisce nei laboratori conservato in chissà quali recipienti e viene pagato a prezzi ancora più bassi. E il quotidiano racconta anche le reazioni dei ristoratori all’inchiesta. C’è chi ne ha acquistati 80 litri: «Questa ersona è passata al ristorante e mi ha proposto il suo olio. Chiaramente non lo conoscevo e non l’ho più visto. L’olio, a suo dire, era di una cooperativa e noi ci siamo fidati. Non ricordo quanto lo avessi pagato, credo 5,50 euro al litro. Era un buon prezzo per un extravergine». E ancora: «In ogni caso era un olio che usavamo solo per la cucina. L’ho mangiato anche io, questo a dimostrazione della buona fede. Non è successo nulla nessuno si è mai sentito male».

Noi ingannati

Un altro titolare di locale spiega di sentirsi una vittima: «Noi dobbiamo pensare di lavorare e di dar da lavorare agli operai. Io devo risparmiare perché altrimenti non guadagno. E se non guadagno come le pagano 12 persone che lavorano qui? Lavoriamo dalla mattina alla sera, puliamo la strada e la teniamo in ordine, aiutiamo la polizia e i turisti quando vengono derubati. Abbiamo sbagliato. Ma questi sono errori in cui può cadere anche la grande o media distribuzione. Qui tutti hanno comprato quell’olio, anche il bar del ministero. Come facevamo a sapere che l’olio era contraffatto?».

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