Il pericolo della sabbia del Sahara e la neve rossa sulle Alpi, aumenta rischio valanghe: l’allerta in Piemonte e Lombardia – Foto e video

L’avvertimento degli esperti dell’Arpa piemontese sugli effetti della sabbia dopo le ultime nevicate

L’arrivo della sabbia dal Sahara sta creando disagi anche nel Nord Italia, dopo i primi allarmi partiti alla vigilia di Pasqua nel Centro e in particolare a Roma. In Piemonte cresce l’allerta per le valanghe spontanee, che secondo l’ultimo bollettino dell’Arpa piemontese stanno aumentando soprattuto nella zona settentrionale della regione a causa dell’arrivo della sabbia sahariana. A quota 2.000 metri sulle Alpi Pennine e Leopontine si registrano fino a quattro metri di neve al suolo, con picchi di cinque metri a quota 2.500. Nelle quote più basse negli ultimi quattro giorni, sono caduti circa 300 millimetri di pioggia. Altro fattore che aumenta il rischio di smottamenti. Gli esperti dell’Arpa avvertono che la neve con la sabbia rischia di fare scivolare gli strati che si sono accumulati successivamente. Per questo il rischio valanghe è «forte».


Il rischio valanghe in Piemonte

Per il rischio di valanghe è stato chiuso un tratto – inizialmente di 20 chilometri, poi ridotti a 7 – della statale delle Valli Antigorio e Formazza, nel Vco; per frane bloccate la statale del Colle della Maddalena verso la Francia, nel Cuneese, e una strada provinciale nel Biellese. In forte crescita il lago Maggiore che ha raggiunto ieri il livello di guardia, ma dovrebbe restare al di sotto di quello di pericolo; è previsto il raggiungimento del livello di guardia anche per il lago d’Orta. Fiumi del reticolo secondario in piena, ma al momento senza rischi di esondazioni nel Vco, nel Novarese, Vercellese e Cuneese. Il tempo è comunque in miglioramento in tutto il Piemonte.


In Lombardia

Sull’arco alpino lombardo, il rischio di caduta valanghe è salito a grado 4 su 5, quindi molto elevato, in base alla scala di rischio europea. Secondo l’ultimo bollettino del Centro regionale nivometeo di Arpa Lombardia a Bormio, in provincia di Sondrio, le forti piogge delle ultime 24 ore hanno portato 60-80 centimetri di neve fresca oltre i 2200-2300 metri di quota, innalzando gli spessori totali del manto nevoso anche oltre i 4 metri. Scendendo sotto tali quote gli incrementi diminuiscono rapidamente per azzerarsi intorno ai 1800-2000 m dove ha prevalso l’effetto dilavante della pioggia. «In quota la neve, a debole coesione, è fortemente rimaneggiata dal vento, spiegano gli esperti del Centro di Bormio. Le escursioni sono pertanto fortemente sconsigliate.

Sono possibili numerose valanghe spontanee di dimensioni molto grandi e in singoli casi estreme, che possono interferire anche con la viabilità in quota ed infrastrutture esposte. Scendendo sotto i 2200-2300 il manto nevoso è via via sempre più bagnato e diventa fradicio sotto i 2000 metri in questi ambiti sono possibili numerosi distacchi». Per le violente raffiche di vento quasi tutti chiusi gli impianti di risalita nelle località montane anche delle province di Brescia, Bergamo e Lecco. Sulle montagne della Valtellina si è depositata anche la sabbia del deserto del Sahara, con i granelli rossi che si notano anche sulle auto, arrivata grazie a un ciclone formatosi sul bacino mediterraneo che ha attirato correnti calde direttamente dal deserto del Sahara.

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