Turchia, Ankara riconosce la vittoria del sindaco curdo: la decisione dopo le proteste di piazza

Il Consiglio elettorale turco aveva assegnato la carica al secondo classificato, il candidato sostenuto da Erdogan, nonostante la vittoria di Abdullah Zeydan con oltre il 55% dei consensi

C’è l’ok di Ankara. Il Consiglio elettorale turco (Ysk) ha riconosciuto la carica di sindaco di Van, nel sud-est della Turchia, ad Abdullah Zeydan, candidato con il partito filo-curdo Dem e vincitore con oltre il 55 per cento dei consensi alle elezioni del 31 marzo scorso. La più alta autorità della Repubblica turca in materia di contenzioso elettorale, in un primo momento, aveva assegnato la carica al secondo classificato, sostenuto dal partito del presidente Recep Tayyip Erdogan (Akp), facendo valere una precedente sentenza contro Zeydan e provocando manifestazioni a Van. Ad annunciare la decisione – scrivono i media turchi – è stato il rappresentante del Dem presso il Consiglio elettorale di Ankara, come riportano vari media turchi, facendo sapere che la decisione è definitiva.


Le proteste

La decisione del Supremo Consiglio di non riconoscere inizialmente la carica di sindaco al candidato del partito filo-curdo ha spinto – a meno di 48 ore dalla vittoria di Zeydan – migliaia di persone a scendere in strada per protestare contro il verdetto dei commissari turchi. Nella città di Van si sono verificati scontri con la polizia turca. Le forze dell’ordine hanno attaccato i leader di opposizione e gli avvocati che si erano radunati per protestare davanti al tribunale. Anche il maggior partito di opposizione Chp, che alle amministrative di domenica ha superato l’Akp di Erdogan, aveva contestato la decisione che negava la carica al sindaco filocurdo.


Le forze dell’ordine, scrivono i giornali locali, hanno arrestato oltre 300 «sospetti» per aver manifestato «senza autorizzazione» nella città del sud-est della Turchia a maggioranza curda e per conto dell’organizzazione definita dal ministro dell’Interno, Ali Yerlikaya, «terrorista separatista». «Hanno commesso azioni illegali nelle proteste di strada con fuochi d’artificio, pietre, molotov, bloccando le strade con spazzatura e pneumatici e cantato slogan che lodano l’organizzazione terroristica separatista», ha affermato il ministro dell’Interno, facendo sapere che 340 persone sono state arrestate a Van e in altre zone del sud est della Turchia, come Diyarbakir, Bingol, Mardin, Batman e Sanliurfa, dove si sono tenute proteste, e in altre regioni a Kocaeli, Antalya e Manisa. I sospetti sono ritenuti anche responsabili di propaganda terroristica sui social media.

Foto copertina: ANSA/METIN YOKSU

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