Scatta il boicottaggio contro le patatine dello spot «blasfemo». La decisione al collegio cattolico di Varese: «Qui non si venderanno più»

La pubblicità con le suore novizie che prendono l’eucaristia ha fatto infuriare le associazioni di telespettatori cattolici ed è stata sospesa dallo Iap

Ben prima della decisione dello Iap, ci ha pensato don Andrea Cattaneo, rettore del Collegio Rotondi di Gorla Minore, nel Varesotto, una scuola paritaria tra gli istituti cattolici più antichi d’Italia, a bloccare le patatine in busta al centro di un’accesa polemica nel mondo cattolico. La novizia che prende l’eucaristia in Chiesa seguita da un fragoroso scrocchio nello spot di Amica Chips ha messo sul piede di guerra l’Aiart, l’associazione dei telespettatori cattolici, che attraverso il suo presidente l’hanno definito «blasfemo». E prima che l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria raccogliesse l’invito dell’Aiart al boicottaggio, invitando alla sospensione della diffusione dello spot, a Gorla Minore, racconta il Corriere della Sera, don Andrea aveva già affisso un cartello sull’espositore del bar del Collegio Rotondi. «Sconcertati per la pubblicità offensiva e irrispettosa della nostra religione», si legge nel foglio A4 firmato, «il rettore ritiene opportuno interrompere la vendita di questi prodotti».


Il boicottaggio delle patatine nel collegio di Varese

Sui social, il religioso ha proseguito il suo sfogo e motivato la sua decisione. «A volte servono anche questi piccoli gesti per dimostrare il nostro disappunto», si legge in un post su Facebook, «una pubblicità creata in triplice versione, la cui più blasfema gira proprio sui social (che sono continuamente osservati dai nostri ragazzi), dove l’eucarestia viene sostituita da una patatina, è inaccettabile e offensiva». E ancora: «L’accettazione silenziosa e il non prendere posizione di fronte a tale pubblicità irrispettosa e blasfema sarebbe un grave errore educativo. Mi aspetto un urgente presa di posizione da parte delle autorità competenti». Don Andrea è poi tornato a pubblicare sui social, invitando i docenti a raccogliere un insegnamento da quanto avvenuto e condividerlo con gli studenti. «Che senso ha insegnare senza dare agli alunni le coordinate per comprendere e prendere posizione anche su argomenti di attualità?», ha aggiunto, «i docenti hanno il dovere di aiutare a leggere il presente con spirito positivamente critico».


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