«L’Imu non va pagata in caso di occupazione abusiva»: la sentenza della Consulta

Per la Corte costituzionale «verrebbe a mancare il presupposto base della capacità contributiva». La decisione estende retroattivamente la portata di una legge del 2022

L’Imu non va pagata sugli immobili occupati abusivamente. A condizione, però, che il proprietario abbia denunciato in modo tempestivo l’occupazione in sede penale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, che – con la sentenza n° 60 – ha dichiarato l’illeggibilità costituzionale dell’art. 9, comma 1, del decreto legislativo del 14 marzo 2011 («Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale») nella parte in cui prevede che non sia dovuta l’Imu per gli immobili occupati abusivamente per i quali sia stata presentata una tempestiva denuncia in sede penale. Con questa decisione, la Consulta scende, dunque, in campo a difesa dei proprietari degli immobili occupati, pubblici o privati, che fino al 2022 hanno versato l’Imu nelle casse dei Comuni.


«Non si può tassare una ricchezza inesistente»

La questione è stata sollevata dalla sezione tributaria della Corte di cassazione per violazione «degli artt. 3, primo comma, 53, primo comma, 42, secondo comma, Cost. e 1 Prot. addiz. Cedu, per contrasto con i principi di capacità contributiva, uguaglianza tributaria, ragionevolezza e di tutela della proprietà privata» poiché per gli immobili abusivamente occupati e di cui sia precluso lo sgombero per cause indipendenti dalla volontà del contribuente verrebbe a mancare il presupposto dell’imposta, ovvero l’effettivo e concreto esercizio dei poteri di disposizione e godimento del bene. Secondo i giudici, infatti, «è innegabile che nelle ipotesi in cui un immobile sia stato occupato in esplicito contrasto con la volontà del proprietario e sia precluso lo sgombero per cause indipendenti dalla volontà del contribuente, verrebbe a mancare il presupposto base della capacità contributiva: l’effettivo e concreto esercizio dei poteri di disposizione e godimento del bene. Dunque – precisa la Corte – si finirebbe per tassare una ricchezza inesistente laddove, invece, ogni prelievo tributario deve avere una causa giustificatrice in indici concretamente rivelatori di ricchezza».


Estesa retroattivamente la norma del 29 dicembre 2022

La decisione della Corte non introduce nulla di nuovo. Estende, però, retroattivamente la norma recentemente introdotta dal governo Meloni (n°197 del 2022, a decorrere dal 1° gennaio 2023) che non copriva il passato. L’articolo 1 di suddetta norma precisa, infatti, che «sono esenti dall’imposta, per il periodo dell’anno durante il quale sussistono le condizioni prescritte, gli immobili non utilizzabili né disponibili, per i quali sia stata presentata denuncia all’Autorità giudiziaria in relazione ai reati di cui agli articoli 614, secondo comma, o 633 del codice penale o per la cui occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale».

Le stime

Nella relazione tecnica alla manovra 2023, che ha introdotto l’esenzione Imu per i proprietari di immobili occupati abusivamente, l’esecutivo aveva presentato una serie di stime, ricorda Il Messaggero. Gli immobili occupati, stando ai dati di Federcasa, erano circa 48mila. E per l’edilizia residenziale pubblica, il gettito Imu annuale delle case occupate vale circa 26 milioni di euro. Tredici milioni sono invece quelli dovuti ai privati. Ma considerando che i procedimenti penali per occupazioni abusive non archiviati – spiega ancora il giornale romano – sono poco più di 7 mila l’anno, il governo aveva aggiunto altri 34 milioni di perdita di gettito. La minore Imu per le case occupate, in sostanza, sarebbe 73 milioni l’anno. Moltiplicati per quattro anni fanno 292 milioni.

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