Michele Emiliano, la procura cerca di capire chi sia la «fonte romana» che avvisò il governatore sulle indagini sull’ex assessore Pisicchio

Decisiva sarà l’analisi dei tabulati e dei messaggi dell’esponente che diede poi le dimissioni ed oggi è ai domiciliari con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta

Sarà l’analisi dei tabulati telefonici e dei messaggi dell’ex assessore regionale Alfonsino Pisicchio a fare chiarezza su quanto successo lo scorso 10 aprile quando il dirigente è stato spinto dall’attuale governatore pugliese Michele Emiliano alle dimissioni. A quei messaggi, ricostruisce oggi Il Corriere del Mezzogiorno, seguirono frettolose dimissioni e frettolosi arresti. Pisicchio è infatti ai domiciliari da 11 giorni, con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta. Emiliano, ormai è noto, spinse alle dimissioni data l’accelerata dell’inchiesta (che portò nel 2020 a una perquisizione della Guardia di Finanza). Quello che però non è ancora noto, e su cui vogliono fare chiarezza gli inquirenti, è la «fonte romana» che avrebbe informato il presidente di Regione. Il governatore, riporta la testata, potrebbe esser chiamato al più presto in procura per chiarire i fatti. E insieme a Decaro verrà sentito in Commissione Antimafia, come annunciato ieri dal senatore FdI Filippo Melchiorre. Il punto è se con Emiliano siano state date informazioni riservate con il rischio di favoreggiamento personale o rivelazioni di segreti d’ufficio. Non è la prima volta che succede. Il Corriere del Mezzogiorno. Nel 2019 Emiliano fu informato di una perquisizione delle Fiamme Gialle per un’indagine su abuso d’ufficio. Il governatore denunciò e nei confronti del giornalista la procura chiuse le indagini per favoreggiamento personale. Intanto La Verità fa sapere che il governatore pugliese ha fatto sapere ai suoi stretti collaboratori che parlerà, svelando la fonte, solo se lo convocherà la procura.


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