Stop agli stipendi di presidenti e assessori dei municipi delle grandi città

Un articolo contenuto nell’ultima legge sulle elezioni blocca l’erogazione delle indennità

Nel mese di aprile non riceveranno alcuna «indennità di servizio», ovvero lo «stipendio». E forse nemmeno a maggio, giugno e così via. La preoccupazione dei centinaia di amministratori locali è dovuta a un articolo della legge 38 del 2024, che interviene nell’ambito delle elezioni. Il testo dispone che «i trattamenti di indennità non siano riconosciuti» a presidenti e assessori dei municipi delle grandi città italiane. Ad esempio oggi, 24 aprile, i nove presidenti e i 27 assessori che governano i 9 municipi milanesi avrebbero dovuto ricevere l’accredito sul proprio conto corrente. Non ci sarà, nonostante alcuni di loro abbiano lasciato i precedenti lavori per svolgere l’attività di governo dei territori delle grandi città. Oltre Milano – scrive il Corriere -, gli altri centri con più di 300 mila abitanti, che hanno un sistema di gestione politica basato su ripartizioni del comune e che sono interessati dalla nuova norma, sono Torino, Genova, Roma e Napoli.


Le interpretazioni

Il cambiamento della disciplina, scrive sempre il Corriere, nasce da una diversa interpretazione che Viminale e ministero dell’Economia danno di due articoli del Tuel, il Testo unico degli enti locali. Si tratta dell’articolo 82, che prevede un gettone di presenza per i presidenti e i consiglieri di circoscrizione, e dell’articolo 17, che consente alle città con più di 300 mila abitanti di adottare forme di decentramento dell’amministrazione comunale, con le relative indennità. La nuova normativa prevede che sia il ministero dell’Interno, adesso, a «stabilire i criteri e le modalità con cui i Comuni possono riconoscere indennità e gettoni», non le singole città.


Il governo

Gaia Romani, assessora milanese ai Servizi civici, lamenta la poca chiarezza del governo sulla materia: «Non abbiamo avuto indicazioni e abbiamo dovuto bloccare gli accrediti. Speriamo che il governo risolva al più presto la questione, perché molti hanno lasciato il lavoro per mettersi al servizio della comunità». A Milano, un presidente di municipio arriva a guadagnare 3.000 euro netti di indennità, mentre un assessore quasi 1.500 euro. «Molti di noi – contesta al Corriere un assessore di municipio – hanno lasciato il lavoro per fare il presidente o l’assessore. È un impegno totalizzante».

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