L’auto elettrica è in crisi in Europa? Sì a Roma e Berlino, no a Parigi e Madrid. Ecco cosa accade

Nei primi tre mesi del 2024, le vendite di veicoli elettrici nei Paesi Ue sono cresciute solo del 3,8%. Giovanni Sgaravatti (Bruegel): «Il mercato sta raggiungendo una fase di maturità»

L’ultimo vertice del G7 Ambiente a Torino lo ha ribadito ancora una volta: «La tecnologia chiave per la decarbonizzazione dei trasporti su strada è l’elettrico». Eppure, nel continente che ha fissato gli obiettivi più ambiziosi per l’abbandono dei vecchi motori a combustione, la transizione verso l’elettrico si sta rivelando più lenta del previsto. Con un regolamento approvato nel 2023, l’Unione europea ha disposto lo stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035. Un obiettivo ambizioso, non c’è dubbio, ma che per essere raggiunto ha bisogno di un tasso di crescita ancora superiore rispetto a quanto visto finora. I dati di Acea, l’associazione dei costruttori europei, rivelano che nel 2023 sono state vendute oltre un milione e mezzo di auto elettriche, in crescita del 37% rispetto all’anno precedente. In termini percentuali, il 14,6% dei veicoli venduti nei Paesi Ue lo scorso anno era elettrico.


I dati sulle vendite in Europa

Uno sguardo più attento ai dati rivela che tutti i 27 Stati membri hanno registrato un aumento nelle vendite di auto elettriche rispetto al 2022. Otto Paesi Ue (Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia e Portogallo) fanno registrare addirittura una crescita superiore al 100%. La maglia nera va alla Germania, il più grande mercato europeo, che può contare comunque su una crescita a due cifre rispetto all’anno precedente (+11,4%). C’è però un fattore che crea preoccupazione: la forte crescita registrata nel 2023 non si sta ripetendo anche quest’anno. Nei primi tre mesi del 2024, rivelano sempre i dati Acea, le immatricolazioni di nuove auto elettriche in Europa sono cresciute solo del 3,8%. Tra i Paesi Ue, 15 hanno fatto registrare dati in aumento, mentre i restanti 12 hanno visto le vendite calare. Tra i grandi mercati sono Francia e Spagna a crescere di più, rispettivamente con un +10,9% e +7,7% rispetto al primo trimestre del 2023. Scendono invece Germania e Italia, rispettivamente al -14,1% e -18,5%.


ACEA | Le vendite di auto elettriche nei Paesi Ue nel 2023 (a sinistra) e nel primo trimestre del 2024 (a destra)

Una crisi in vista?

I dati sulle vendite di auto elettriche in Europa, insomma, continuano a crescere. Il problema è che lo fanno a ritmi decisamente troppo blandi rispetto agli obiettivi fissati per il 2035. A confermarlo sono anche le difficoltà di alcune case automobilistiche. Nel 2023, Volkswagen ha tagliato 269 posti di lavoro presso la sua fabbrica di Zwickau, in Germania, a causa della «situazione del mercato». A marzo 2024, Stellantis ha ufficializzato un mese di stop allo stabilimento di Mirafiori, dove si produce anche la 500 elettrica. Tutti segnali che, sommati ai dati poco incoraggianti sulle vendite del primo trimestre dell’anno, fanno sorgere una domanda: l’auto elettrica è già in crisi? Secondo Giovanni Sgaravatti, analista del think tank Bruegel ed esperto di politiche energetiche, la risposta è no. «Con il numero di automobili vendute che continua a crescere, il mercato esce dalla fase “infantile” ed entra nella fase della maturità. È normale che il tasso di crescita rallenti», spiega Sgaravatti.

L’importanza degli incentivi

Ci sono due ragioni che contribuiscono a spiegare perché le vendite di auto elettriche in Europa stentano a decollare. La prima ha a che fare con gli incentivi messi in campo dai governi. Finché il prezzo dei veicoli a batteria non sarà competitivo come quello dei veicoli a motore, gli incentivi all’acquisto continueranno a giocare un ruolo fondamentale. In Italia, per esempio, a marzo e aprile il mercato delle auto elettriche è entrato in una sorta di paralisi temporanea. Il motivo? Il continuo slittamento dell’entrata in vigore dei nuovi Ecobonus, annunciati ma non ancora operativi, che ha convinto molti potenziali acquirenti a posticipare l’acquisto di un veicolo elettrico in attesa dei nuovi sconti. «I numeri iniziano a riflettere chiaramente l’allarme sul pericoloso interregno tra il vecchio e il nuovo e più vantaggioso sistema incentivante», osservava poche settimane fa Francesco Naso, segretario generale di Motus-E. Una situazione per certi versi simile si è verificata anche nel Regno Unito, dove alcuni produttori hanno avvertito il primo ministro Rishi Sunak che si andrà incontro a una «crisi dei veicoli elettrici» se il suo governo non reintrodurrà gli incentivi per l’acquisto di auto meno inquinanti.

La presentazione dei primi robot della linea di produzione della Fiat 500 elettrica nello stabilimento di Mirafiori, 11 luglio 2019 (ANSA/Alessandro Di Marco)

Gli errori delle case automobilistiche

C’è un altro motivo che potrebbe spiegare la crescita sotto le attese delle auto elettriche e ha a che fare con la difficoltà di alcune case automobilistiche nel leggere le evoluzioni del mercato. «Molti produttori hanno opposto resistenza alla transizione verso l’elettrico e ora stanno pagando le conseguenze», sostiene Sgaravatti. Il catalogo di Ford, per esempio, contiene due soli modelli elettrici: l’F-150 Lightning (un pick-up) e la Mach-E (una berlina). Per giunta si tratta di due prodotti pensati per un mercato di alta gamma, con prezzi di partenza troppo elevati per molti consumatori. Lo stesso vale per Tesla, che negli ultimi quattro anni ha introdotto sul mercato un solo nuovo modello – il Cybertruck – con prezzo di partenza a 80mila dollari. Insomma, senza opzioni più economiche l’auto elettrica non potrà mai essere una soluzione davvero alla portata di tutti. «Scommettere sul mercato di alta gamma, anziché concentrarsi sul mercato di fascia media, potrebbe rivelarsi un errore», osserva Sgaravatti.

Alla ricerca di auto più piccole (e più economiche)

Gran parte dell’offerta di auto elettriche oggi è pensata per un pubblico con buone disponibilità economiche. Lo conferma anche un’analisi dell’associazione Transport & Environment, secondo cui tra il 2018 e il 2023 le case automobilistiche hanno introdotto sul mercato 66 modelli elettrici di lusso o di grandi dimensioni. E potrebbe essere proprio la scarsa offerta di modelli più economici a spiegare, almeno in parte, la disaffezione di molti europei verso l’auto elettrica. In Cina, spiega Sgaravatti, «oltre la metà dei piccoli veicoli elettrici è più economica rispetto ai competitor a motore, con alcuni modelli in vendita a 15mila dollari». In Europa, al contrario, i modelli con prezzo di listino sotto i 25mila euro si contano sulle dita di una mano. L’offerta di auto elettriche più piccole e più economiche ha permesso al Paese asiatico di raggiungere un livello di penetrazione del mercato molto più elevato di Stati Uniti e Unione europea, dove i produttori hanno preferito concentrarsi sulla produzione di Suv e auto di lusso. «Le case automobilistiche hanno margini di guadagno maggiori sulle auto di grandi dimensioni: 10/15% per i Suv, contro il 6/7% per i modelli più piccoli», fa notare l’esperto di Bruegel. Un primo segnale di ravvedimento delle case automobilistiche arriva da Elon Musk, fondatore di Tesla, che ha annunciato l’introduzione di un nuovo modello più economico entro il prossimo anno.

La presentazione del Cybertruck di Tesla a Buena Park, in California, 1 dicembre 2023 (EPA/Allison Dinner)

Come vanno le vendite di auto elettriche nel mondo

Se si allarga lo sguardo a tutto il mondo, la transizione dell’automotive verso l’elettrico sembra procedere a ritmi decisamente più sostenuti che in Europa. A confermarlo sono i dati della Iea, l’Agenzia internazionale dell’energia: nel primo trimestre del 2024, le vendite a livello mondiale di auto elettriche sono cresciute del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quest’anno, sempre secondo la Iea, più di una macchina su cinque tra quelle vendute nel mondo sarà elettrica. I dati relativi al primo trimestre del 2024 si sommano alle ottime performance del 2023, quando sono state vendute complessivamente 14 milioni di auto elettriche, in crescita del 35% sul 2022. Per rendersi conto della velocità a cui sta crescendo il mercato, è sufficiente allargare lo sguardo agli anni precedenti. Nel 2018, appena il 2% delle auto vendute nel mondo era elettrico. Cinque anni più tardi, nel 2023, la percentuale è schizzata al 18%.

La crescita della Cina, la frenata del mercato americano

La quasi totalità delle vendite di auto elettriche si concentra in tre grandi mercati: Cina, Europa e Stati Uniti. Ma è soprattutto il Paese asiatico a trainare il settore, con il 60% delle nuove immatricolazioni, contro il 25% dell’Europa e il 10% degli Usa. Le proiezioni della Iea stimano che entro fine decennio un terzo delle auto che circolano in Cina e un quinto di quelle che circolano in Europa e negli Stati Uniti sarà elettrico. C’è però da considerare che anche il mercato americano, proprio come quello dei Paesi Ue, ha iniziato il 2024 con il freno a mano tirato. Nei primi tre mesi del 2024, la crescita della vendita di veicoli elettrici negli Usa si è fermata a un +2,7%, ben al di sotto del +47% fatto registrare nello stesso periodo dello scorso anno. «Il mercato americano ha rallentato, principalmente a causa del calo delle vendite di Tesla e dei big three (Ford, GM e Stellantis). A questo si è aggiunta l’installazione dei punti di ricarica, più lenta di quanto ci si aspettasse, che ha contribuito a disincentivare l’acquisto di veicoli elettrici», spiega Sgaravatti.

IEA | La crescita della flotta di auto elettriche nel mondo negli ultimi dieci anni

I rischi di una retromarcia sull’elettrico

C’è infine un ultimo fattore da tenere in considerazione quando si discute del futuro delle auto elettriche: la politica. Negli ultimi anni, la transizione del settore dell’automotive verso veicoli meno inquinanti si è trasformata in una questione da campagna elettorale. Verdi e partiti progressisti spingono per accantonare i veicoli a motore, mentre le formazioni politiche più a destra frenano la transizione. Identità e Democrazia, il gruppo politico del Parlamento europeo di cui fa parte la Lega, chiede per esempio di revocare il regolamento approvato lo scorso anno che impone lo stop alla vendita di nuove auto a benzina e diesel a partire dal 2035. «Sarebbe un segnale di mercato devastante e probabilmente implicherebbe un ulteriore rallentamento della produzione interna di veicoli elettrici in Europa», osserva Sgaravatti. Lo stesso ovviamente vale per gli Stati Uniti, dove a novembre si voterà per le elezioni presidenziali. «La mobilità elettrica è chiaramente il futuro sia in Europa che altrove, la domanda – insiste l’esperto di Bruegel – è se vogliamo salvare pezzi della nostra industria automobilistica incentivando l’elettrificazione oppure no».

Una fabbrica di auto elettriche BYD a Changzhou, nella provincia di Jiangsu, in Cina, 14 novembre 2023 (EPA/Alex Plavevski)

Foto di copertina: Dreamstime/Tom Wang

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