Cosa è successo a Casteldaccia, la strage degli operai morti in 15 secondi provando ad aiutarsi: il gas 10 volte il consentito, il giallo sulle mascherine

I cinque operai morti durante un lavoro di spurgo nella fogna del Palermitano sarebbero stati uccisi dall’idrogeno solforato. Gli inquirenti attendono di poter interrogare i sopravvissuti per capire perché non avevano usato protezioni

Il primo a morire nella cisterna di Casteldaccia a quattro metri di profondità è stato Epifanio Alsazia, che avrebbe compiuto 71 anni il prossimo 15 maggio. Era cotitolare della ditta Quadrifoglio Group srl, che aveva ottenuto l’appalto per la manutenzione della vasca fognaria dall’Amap, la municipalizzata di Palermo. Alsazia era il più anziano della squadra e quando hanno sentito le urla, sono accorsi a salvarlo gli altri operai: Giuseppe Miraglia di 47 anni originario di San Cipirrello (Palermo), Roberto Raneri di 51 anni di Alcamo (Trapani), Ignazio Giordano di 59 anni e Giuseppe La Barbera. Hanno provato a salvarlo, ma sono morti nel giro di 15 secondi. Un sesto operaio, Domenico Viola, 62 anni, era l’ultimo nella fila ed è riuscito a sopravvivere. Si trova ora intubato al Policlinico di Palermo. Altri tre operai non si sono calati nel tunnel, ma sono stati portati all’ospedale di Termini Imerese per precauzione, ancora sotto shock.


L’intervento di routine

Dai racconti dei sopravvissuti, gli inquirenti potranno raccogliere i dettagli che ancora mancano per capire come possa essere avvenuta l’ultima tragedia strage sul lavoro per un intervento considerato di routine. Si trattava di un intervento di spurgo in una cisterna larga circa cinque metri che si raggiunge da scalette di ferro lungo due livelli sotto il livello della strada. Finché non si arriva a un ballatoio che si affaccia sulla vasca.


Uccisi dall’idrogeno solforato

A ucciderli sarebbero state le esalazioni dell’idrogeno solforato, come ipotizza il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Palermo, Girolamo Bentivoglio: «Provo tristezza e rabbia – riporta il Corriere della Sera – perché con le dovute precauzioni non saremmo qui a contare i morti. L’idrogeno solforato è un gas prodotto dalla fermentazione del materiale organico. Lì era alle stelle. A fondo scala c’era una concentrazione dieci volte superiore al limite consentito».

Senza mascherine

Gli operai non avrebbero indossato mascherine o altri sistemi che potessero proteggerli dal gas. Saranno i testimoni eventualmente a confermare per quale motivo i dipendenti della ditta non avrebbero fatto ricorso ai dispositivi. La ditta Quadrifoglio era in subappalto ad Amap. Il presidente della municipalizzata palermitana, Alessandro Di Martino, ribadisce che ci sono «protocolli di sicurezza che impongono l’osservanza delle regole strette alle ditte che si aggiudicano gli appalti, e per gli interinali teniamo una formazione rigida». Per Di Martino «non è comprensibile» il fatto che quegli operai «non si siano protetti».

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