Perché fa così freddo (dopo il caldo record). Il ruolo del cambiamento climatico

Riguarda l’indebolimento del vortice polare artico, legato all’aumento della temperatura globale

Un’ondata fresca nella seconda metà di aprile è stata sufficiente a far dimenticare che l’inizio del mese era stato caratterizzato da temperature tipicamente estive. Con le minime scese sotto i dieci gradi, in tante zone d’Italia, in molti si sono affrettati a sostenere che il cambiamento climatico non esista. Affermazioni di questo tipo ignorano il fatto che fasi di freddo intenso possono essere correlate al cambiamento climatico e al conseguente aumento della temperatura media globale che incide sul vortice polare artico.

Per chi ha fretta:

  • Aprile è stato caratterizzato da una fase estremamente calda, seguita da una fase piuttosto fredda.
  • Tanto è bastato ad alcuni per sostenere che il cambiamento climatico non esista (più).
  • In realtà, l’altalena termica tra caldo e freddo è una delle conseguenze del cambiamento climatico.
  • Infatti, fasi di freddo intenso possono essere correlate al cambiamento climatico, che influisce sull’andamento del vortice polare artico.

Analisi

Vediamo uno screenshot di uno dei post oggetto di verifica. Nella descrizione non si legge nulla, mentre nell’immagine appare il titolo di un articolo di Marta Giusti sul Messaggero del 19 aprile 2024, mentre il commento sottostante recita:

Il riscaldamento globale ha avuto un malore improvviso

Come avevamo già visto su Open, il freddo record può essere una conseguenza del cambiamento climatico, e non, come molti sostengono anche con i post oggetto di verifica, un fenomeno che ne prova l’inesistenza. Al di là di ciò, anche se aprile fosse stato più freddo della media, ciò non costituirebbe una prova di nulla se non della variabilità meteorologica del quarto mese dell’anno. 

Aprile 2024 è stato più caldo della media

Il condizionale è d’obbligo perché l’assunto su cui si basano i post è falso. Nonostante una coda fredda, aprile 2024, in Italia, è stato approssimativamente un grado più caldo della media. Le temperature lievemente più fredde della fine del mese, infatti, sono state ampiamente compensate da una fase di caldo nella prima parte durante la quale sono stati raggiunti estremi molto più atipici di quelli freddi. Ciò si evince chiaramente dalla mappa delle anomalie climatiche mensili rispetto alla media disponibile su Climate Pulse, servizio di monitoraggio dell’Unione Europea. Dati più precisi raccolti dai satelliti di Copernicus verranno pubblicati nel prossimo bollettino mensile. 

Come funziona il vortice polare artico

La repentina variabilità tra un estremo e l’altro come quella vista ad aprile è determinata da un fenomeno collegato al cambiamento climatico. Il cambiamento climatico, infatti, comporta un incremento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi, tra cui anche le ondate di aria gelida a latitudini temperate. Secondo diversi studi (ad esempio questo del 2018 e questo del 2017), fenomeni di questo tipo sono legati all’indebolimento del vortice polare artico, ovvero la corrente a getto che gira intorno al Polo Nord, tenendo l’aria fredda confinata alle latitudini più lontane dall’equatore.

Perché il freddo record è legato al cambiamento climatico

La forza del vortice è legata alla differenza di temperatura tra l’aria artica e quella delle zone più meridionali. L’artico, però, si sta surriscaldando più in fretta rispetto al resto del pianeta, e mano a mano che la differenza tra le masse d’aria diminuisce, il vortice polare perde di vigore, fallendo nella sua funzione di confinamento dell’aria gelida. Il risultato? Le masse d’aria calda salgono verso Nord e spingono verso Sud quelle fredde, le quali a loro volta investono zone temperate per più tempo e con più forza rispetto al passato. Si genera così in un’alternanza tra fasi più calde della media e fasi più fredde della media, dove le prime sono tendenzialmente più lunghe e intense delle seconde. 

Elena Shao / The New York Times | Schema grafico che rappresenta il comportamento del vortice polare

Conclusioni

Il mese di aprile è stato caratterizzato da una fase estremamente calda, seguita da una fase piuttosto fredda. Tanto è bastato ad alcuni per sostenere che il cambiamento climatico non esista (più). In realtà, l’altalena termica tra caldo e freddo è una delle conseguenze del cambiamento climatico. Infatti, fasi di freddo intenso possono essere correlate al cambiamento climatico che influisce sull’andamento del vortice polare artico.

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