Inchiesta Liguria, i soldi di Spinelli «anche a Pannella» per una banale tessera elettorale: «Si iscrisse ai Radicali nel 1993 e versò la quota»

Il Partito radicale ridimensiona le parole dell’imprenditore coinvolto nell’inchiesta ligure

«I soldi li ho dati a tutti, anche a Pannella e Bonino e sempre in via ufficiale». Una frase, questa di Aldo Spinelli, l’imprenditore coinvolto nell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il governatore della Liguria Giovanni Toti, che si prestava a una lettura ambigua. E che il Partito radicale ha voluto disinnescare. D’altronde era stata la stessa Emma Bonino a replicare che non ricordava il coinvolgimento economico di Spinelli nel partito, né risultava nei tabulati ufficiali dei partiti il contributo da lui confessato per la Lista Bonino-Pannella, come scriveva ieri Open. Il “versamento” c’è stato, sì, ma si è trattato di una piccola somma 30 anni fa pari alla quota per iscriversi, un contributo volontario che non sembra in alcun modo assimilabile alle somme sulle quali stanno indagando gli inquirenti. « Aldo Spinelli sbaglia ad usare la frase “i soldi li ho dati a tutti, anche a Pannella”, quasi fosse un alibi per giustificare i suoi contributi alla Politica», si legge sulla pagina ufficiale del Partito radicale, «Spinelli si è iscritto al Partito radicale nel 1993, quando era in gioco la vita del partito, con una quota di un milione di lire, poco più di 500 euro». E poi un invito: «Al Partito radicale può iscriversi chiunque e nessuno può essere espulso e ringrazieremmo Aldo Spinelli se volesse iscriversi al Partito Radicale del 2024, come ringraziamo tutti coloro che si iscrivono».


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