Dopo il Papeete, il Twiga. Blitz degli attivisti tra le tende dei vip: «La spiaggia è di tutti»

Venerdì 24 maggio al lido di Milano Marittima la protesta della candidata alle Europee Antonella Soldo: «Uno stabilimento come questo paga un canone mensile di 850 euro e fattura circa 3 milioni l’anno»

Ombrellone piantato scavando nella sabbia, asciugamano steso e tutto è pronto per la giornata di spiaggia. Se non fosse che gli attivisti di Mare Libero non si trovavano sulla porzione di litorale libera, ma al Twiga, l’esclusivo stabilimento balneare di Flavio Briatore in Versilia. La concessione dello stabilimento, come tutte le altre, è scaduta lo scorso 31 dicembre, e le deroghe approvate da alcuni comuni non sono valide, come ribadito lo scorso 30 aprile dal Consiglio di Stato, che ha invitato il governo a indire nuove gare applicando la direttiva Bolkenstein. La protesta non è stata accolta bene dai clienti dello stabilimento che fu della ministra al Turismo Daniela Santanché e che negli anni ha visto passare numerosi volti noti della politica, dell’imprenditoria, dello sport, e dello spettacolo. Indispettiti, dalle loro tende hanno invitato i manifestanti ad esprimere il proprio dissenso altrove.


«La spiaggia è di tutti»

Ma gli attivisti si sono attenuti al loro slogan – «la spiaggia è di tutti» – fino al pomeriggio inoltrato, quando hanno smontato gli ombrelloni e lasciato il litorale senza che fosse necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Scene simili a quelle viste ieri al Papeete, lido attrezzato caro al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. In mattinata la candidata alle elezioni europee con la lista Stati Uniti d’Europa Antonella Soldo si è presentata allo stabilimento di Milano Marittima (Ravenna) con altri manifestanti e bandiere europee al seguito. «I cittadini pagano, e le lobby si arricchiscono sempre più» ha detto Soldo recintando, con un nastro bianco e rosso, una porzione di spiaggia tra gli ombrelloni e le sdraio.


I cittadini pagano e le lobby si arricchiscono

«Chi come Salvini dice “meno Europa” difende solo gli interessi di pochi amici e invece, per fortuna, le istituzioni europee richiamano l’Italia a restituire le spiagge nazionali agli italiani. Uno stabilimento come questo paga un canone mensile di 850 euro e fattura circa 3 milioni all’anno. Ci sono regioni come questa, l’Emilia-Romagna, dove quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari, in alcuni comuni di queste regioni si arriva anche al 100%. Mentre è sempre più difficile trovare una spiaggia libera e non esiste una norma nazionale che stabilisca una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione», ha ricordato la candidata.

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