Stoltenberg: «L’Ucraina sia libera di usare armi Nato per colpire la Russia». Tajani e Salvini frenano: «Non se ne parla»

Secondo il segretario generale della Nato, il diritto alla difesa di Kiev «include anche colpire obiettivi in territorio russo»

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha invitato gli alleati dell’Alleanza Atlantica che forniscono armi all’Ucraina a riconsiderare le restrizioni sull’uso contro obiettivi militari in territorio russo. In un’intervista rilasciata al settimanale The Economist, Stoltenberg ha spiegato che questa misura migliorerebbe la capacità di difesa ucraina. «È giunto il momento per gli alleati di valutare se non sia il caso di revocare alcune delle restrizioni sull’uso degli armamenti che hanno donato all’Ucraina», dice il segretario generale della Nato in uno spezzone video dell’intervista pubblicato su X dall’Economist. «Soprattutto ora che molti combattimenti sono in corso a Kharkiv, vicino al confine, negare all’Ucraina la possibilità di utilizzare queste armi contro obiettivi militari legittimi in territorio russo rende molto difficile la difesa», aggiunge Stoltenberg. Secondo il numero uno dell’Alleanza Atlantica, «l’Ucraina ha il diritto di difendersi». E questo diritto, sottolinea nell’intervista, «include anche colpire obiettivi in territorio russo».


Il “no” secco di Salvini

Tra i primi a commentare le parole di Stoltenberg c’è il leader della Lega e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. «L’Italia non è in guerra con nessuno e se è stato giusto aiutare militarmente l’Ucraina, allo stesso tempo non se ne parla nemmeno di togliere il divieto di colpire obiettivi militari in Russia», replica il numero uno della Lega a margine di un evento elettorale a Pisa. Nelle scorse settimane, Salvini si era distinto come una delle voci più critiche anche in riferimento a un’altra ipotesi sulla guerra in Ucraina: l’apertura del presidente francese Emmanuel Macron all’invio di soldati europei sul campo di battaglia. «La Lega è contraria a inviare anche un solo soldato a combattere in Ucraina. Noi vogliamo la pace, non l’anticamera della terza guerra mondiale», ha ribadito oggi il leader della Lega. Poco prima di Salvini era stato Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, a commentare ad Affari Italiani le parole di Stoltenberg: «A Bruxelles parlano di vertice per la pace ma pensano alla guerra. Inebriati come sono dal furore bellicista rinnegano la stessa Costituzione Europea che nei suoi principi fondamentali si prefigge di promuovere la pace di fronte alle controversie internazionali».


La frenata di Tajani

A frenare sull’ipotesi avanzata da Stoltenberg è anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che commenta: «Noi siamo parte integrante della Nato ma ogni decisione deve essere presa in maniera collegiale». Il capo della Farnesina aggiunge che «le scelte di Kiev sono scelte di Kiev» e sembra essere pienamente d’accordo con Salvini sia sul non invio di soldati italiani in Ucraina sia sul divieto di usare armi Nato per attaccare la Russia. «Noi non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati all’interno dell’Ucraina, lavoriamo per la pace. I messaggi che arrivano dalla Russia provocano anche una guerra ibrida che si combatte, ma dobbiamo sempre lavorare per la pace e abbassare i toni», precisa Tajani.

In copertina: Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, all’aeroporto di Fiumicino, 8 maggio (ANSA/Telenews)

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