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Gerusalemme, la marcia dei nazionalisti nella Città Vecchia incoraggiati da Ben Gvir: «È tutta nostra»

06 Giugno 2024 - 00:05 Redazione
Circa 20mila persone, prevalentemente giovani di estrema destra, hanno festeggiato il Jerusalem Day: 18 gli arresti per le violenze durante le celebrazioni

Circa 20mila nazionalisti israeliani, per lo più giovanissimi, scortati 3 mila agenti di polizia, hanno sfilato come ogni anno nel quartiere musulmano di Gerusalemme Est, nella città vecchia, per festeggiare la giornata della riunificazione, in occasione dell’anniversario della guerra dei sei giorni del 1967 con la quale l’esercito israeliano occupò il Sinai egiziano, la Striscia di Gaza, Gerusalemme Est, la Cisgiordania e le alture del Golan siriano. La «marcia delle bandiere» è diventata con il tempo una prova di forza degli oltranzisti, una parata che la comunità musulmana reputa offensiva e che spesso si traduce in violenze e scontri per gli stretti vicoli della città vecchia. In un anno delicato come quello in corso, a 8 mesi dall’attacco di Hamas a Israele e alla risposta del governo Netanyahu con i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, la celebrazione rischiava di essere ancora più delicata e pericolosa. E la realtà non ha tradito le aspettative, soprattutto perché non vi è stata alcuna deviazione dal tradizionale percorso che vede sfilare il corteo dalla Porta di Damasco fino al Muro Occidentale. Come scrive Times of Israel, anche quest’anno si sono verificati incidenti. I sostenitori di estrema destra hanno lanciato pietre contro vetrine e negozi della comunità araba, intonando slogan come «Morte agli arabi», «che il vostro villaggio bruci». Fomentati poi dalle parole del leader del partito di estrema destra  Otzma Yehudit, Itamar Ben Gvir. «Dobbiamo colpirli nel posto più importante per loro, dobbiamo venire e dire “il Monte del Tempio è nostro e Gerusalemme è nostra”», aveva anticipato il ministro ultranazionalista della Sicurezza Nazionale, che si è poi appellato al premier Netanyahu per una espansione dell’azione militare sulla Striscia di Gaza e a nord contro Hezbollah in Libano. Al termine della marcia almeno 18 persone sono state fermate per azioni violente durante le celebrazioni, che hanno visto anche l’aggressione a giornalisti e residenti palestinesi. Tra i manifestanti anche le associazioni pacifiste, come Stnading Together, che hanno provato a limitare i danni schierandosi in prima persona.

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