Europee, la questione Zan rovina la festa al Pd lombardo (e a Sala): se sceglie il Nord-Ovest, fuori Maran e dentro la schleiniana Corrado al Nord-Est

La strategia della segretaria di candidare il deputato in due circoscrizioni (è l’unico nel partito) avrebbe funzionato. Ma lascerebbe delle scorie tra i riformisti e nei seguaci del sindaco di Milano

Sono ancora da ultimare i calcoli per avere il quadro definitivo del numero di seggi scattati in ogni circoscrizione. Potrebbe succedere, tuttavia, che il Partito democratico avrà cinque eurodeputati al Nord-Ovest e quattro al Nord-Est. Ma l’ottimo risultato ottenuto dal Nazareno alle elezioni europee non basta a placare i malumori interni su alcune scelte di Elly Schlein. E questa ripartizione dei seggi conferma le preoccupazioni dei riformisti della vigilia: perché Alessandro Zan è stato l’unico candidato del partito a essere inserito contemporaneamente in due circoscrizioni? Prima del voto, da ambienti vicini alla segretaria, era stato detto a Open che Zan sarebbe servito a trainare i consensi al Nord-Ovest, ma che in caso di doppia elezione il deputato avrebbe scelto il suo collegio naturale: essendo padovano, il Nord-Est. Una spiegazione che cozzava con i timori dei riformisti lombardi, che leggevano l’operazione nell’ottica di una sottrazione di un seggio.


La doppia candidatura di Zan

Si potevano sintetizzare così queste due ricostruzioni: Schlein aveva la necessità di candidare, al Nord-Ovest, almeno uno dei suoi uomini di partito tra gli eleggibili, visto che Cecilia Strada era una candidata indipendente. L’esito elettorale ha confermato questa idea, essendo Zan l’unico, tra i nove più votati al Nord-Ovest, ad avere una tessera del Pd in tasca e, contemporaneamente, ad aderire alla corrente schleiniana. Il suo nome, infatti, spicca in un mare di riformisti o cattolici: Giorgio Gori, Irene Tinagli, Brando Benifei, Pierfrancesco Maran, Fabio Pizzul, Emanuele Fiano, Patrizia Toia. Questi sono i dati pubblici. Ma Open è in grado di riportare un’altra parte taciuta della strategia di Schlein. E di come questa abbia minacciato la rielezione del capodelegazione in Europa, Brando Benifei, e rovinerebbe i piani del sindaco Beppe Sala, che si gioca l’ultimo tratto di legislatura milanese.


La strategia per salvare Corrado

Zan avrebbe sempre propeso per il Nord-Est, ma la sua non è una scelta che può maturare in solitaria. La segreteria avrebbe deciso di collocare Zan in due circoscrizioni per dare una chance in più di elezione all’ingegnera Annalisa Corrado. L’ambientalista, responsabile del Pd per il Clima, è arrivata quinta nella circoscrizione Nord-Est. Dove i primi quattro a scattare sono Stefano Bonaccini, Alessandro Zan, Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini. Un risultato prevedibile, per cui la strategia consisterebbe nel far scattare un seggio al Nord-Ovest a Zan. Se scala lui, Corrado entra a Strasburgo. Con buona pace dei riformisti, che già si sono visti drenare soprattutto a Milano e in Lombardia delle preferenze in favore del deputato vicino a Schlein, e adesso vedrebbero Pierfrancesco Maran perdere il suo seggio.

Il rimpasto della giunta milanese

Un problema per Maran, innanzitutto, ma anche per Sala. Il primo rischierebbe di trovarsi senza posto di lavoro, visto che si era detto che avrebbe lasciato la giunta – è assessore alla Casa di Milano – sia in caso di elezione sia in caso di sconfitta. Il sindaco, invece, ha investito la sua influenza a supporto della candidatura di Maran. Open ha saputo che Sala ha persino organizzato una riunione con gli esponenti a lui vicini per spingere l’assessore. E lo stesso Sala, quando le urne europee si sono chiuse, avrebbe criticato in modo più o meno riservato la possibilità che Zan scegliesse il Nord-Ovest. La voce si è diffusa ed è arrivata a Open, insieme alle motivazioni che spingerebbero Sala a spendersi così tanto per Maran: l’affetto personale, la stima certo, ma anche la volontà di procedere velocemente con il rimpasto della giunta milanese. È ciò che il sindaco ha annunciato da tempo. Ma se Maran non venisse eletto a Strasburgo, la sua sostituzione potrebbe richiedere più tempo.

*Lo scenario potrebbe cambiare se, al fotofinish, il Pd ottenesse cinque seggi al Nord-Est.

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