Marattin lascia Italia Viva, il freddo addio della senatrice Paita: «Hanno preferito evitare la democrazia interna»
L’addio era nell’aria e si è concretizzato oggi, 9 settembre, con una conferenza stampa alla Camera dei deputati. Dopo la fuga in avanti della lettera federatrice con Enrico Costa (Azione), Luigi Marattin ha annunciato l’uscita da Italia Viva, il partito guidato da Matteo Renzi, insieme a quattro dirigenti locali. La decisione arriva dopo la richiesta di un congresso nazionale del partito all’ex premier, richiesta, sottolinea la coordinatrice nazionale di Iv Raffaella Paita a commento del distacco, che era stata soddisfatta: «”Vogliamo un congresso perché vogliamo democrazia interna”. Questa era la richiesta. Appena Renzi ha accettato la richiesta di fare un altro congresso, il secondo in meno di un anno, alcuni degli amici guidati da Marattin hanno preferito lasciare Italia Viva». Ora Marattin si è iscritto al gruppo misto della Camera e punta a costituire un nuovo partito, annunciando l’intesa con il media-partito Nos di ALessandro Tommasi, già fondatore di Will Italia. Secondo le prime stime, seppur interne al partito, non dovrebbe trattarsi di un terremoto. A lasciare il partito sarebbero un centinaio di iscritti, nessun parlamentare oltre a Marattin né consiglieri regionali, e 11 membri dell’assemblea nazionale su 350.
L’addio e il futuro
«Con forte dispiacere personale ma altrettanto convincimento annunciamo il nostro addio alla comunità politica di Italia Viva», ha dichiarato Marattin in conferenza stampa. Che ha detto anche la sua sul progetto di federazione delle sinistre: «Il campo largo ha tesi antitetiche al renzismo. È una scelta che posso capire ma non condivido». Sul suo futuro, Marattin ha le idee già ben chiare. Ha fondato l’associazione “Orizzonti liberali” e il 14 settembre a Milano ci sarà già un incontro: «Avremo un primo appuntamento con altri», ha chiarito. Si riparte «da un confronto con altre realtà della società civile», quindi, e riconosce che «i partiti sono una cosa seria». Ma l’orizzonte è tracciato: fondare nei prossimi tre anni «un partito liberaldemocratico» che abbia come linee programmatiche l’agenda Draghi.
Paita: «Andiamo avanti più forti»
«È una scelta legittima e rispettabile: poteva essere fatta senza aggrapparsi all’alibi del metodo. Sapevano benissimo come sarebbe finita in Assemblea il prossimo 28 settembre e come sarebbe finito il Congresso e purtroppo hanno preferito evitare la democrazia interna», commenta la senatrice di Italia Viva Paita in un post su X. «In bocca al lupo a chi se ne va e pieno rispetto per le scelte di tutti: anche le dimissioni di oggi confermano che la scelta di costruire un nuovo centrosinistra è faticosa per tanti di noi. Ma assolutamente necessaria perché battere questa destra è possibile. La comunità di Italia Viva continua più forte», conclude nella sua nota.
September 9, 2024
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