La madre che calunniava la ballerina Eleonora Abbagnato per aiutare la figlia
Giulia Di Stasi è stata condannata per calunnia a Roma. Dovrà anche risarcire i danni in sede civile l’étoile Eleonora Abbagnato. Di Stasi a partire dal 2016 ha cominciato a spedire lettere offensive ad Abbagnato, che l’anno prima era diventata direttrice del corpo di ballo del teatro dell’opera. Perché sua figlia non ricopriva ruoli di prestigio nel balletto. «Mi sono sentita minacciata, nelle lettere c’era scritto “liberateci dall’Abbagnato”, parlava della mia vita, dei miei quattro figli. Ho chiesto a mio marito di stare di più a casa», ha detto l’étoile al giudice. Le lettere erano state inviate a nome di tre ballerini. E sono finite anche ai quotidiani e ad alcune cariche istituzionali. Oltre che alle forze dell’ordine e alla direzione del teatro.
Favoritismi illeciti
Nelle missive, racconta oggi Il Messaggero, si accusava anche un produttore teatrale che collabora da molti anni con la ballerina. E si alludeva che i due volessero «chiudere il corpo di ballo del Teatro dell’Opera per farne una compagnia privata». Proprio il produttore ha indirizzato le indagini su di Stasi. I due si conoscevano e lei gli telefonava per chiedergli «di poter intervenire nei confronti della signora per far danzare sua figlia perché riceveva pochi ruoli all’interno della compagnia». Lui aveva chiarito di non avere poteri in quell’ambito. Quando in una delle due lettere in cui si parlava di lui ha letto «a che titolo è lì?», ha subito pensato alla donna. Poi Di stasi ha anche pubblicato un post su Facebook. Una delle figlie l’aveva menzionata in una foto con tre barattoli di marmellata con un’etichetta scritta a mano: «marmellata di ciliegie».
Le lettere e il post su Facebook
La figlia ringraziava Di Stasi «per aver portato un po’ di Basilicata a Milano». Il produttore aveva così riconosciuto la grafia della lettera, praticamente uguale a due delle missive inviate sotto falso nome che erano state scritte a mano. Poi è arrivata la denuncia. E il processo nel 2018, quando i consulenti tecnici hanno confermato la corrispondenza tra le due grafie. Di Stasi, ex insegnante di danza e scienze motorie, aveva detto di non conoscere Abbagnato e di essere orgogliosa della figlia. Ma il tribunale l’ha condannata lo stesso per calunnia.
Il movente
Il movente, si legge nelle motivazioni della sentenza, va ricercato nella «mancata attribuzione di ruoli rilevanti alla figlia ballerina, peraltro selezionata da precedente direttore». «Evidente nelle missive – si legge ancora nelle carte – la portata offensiva dell’altrui reputazione dei fatti attribuiti alle persone offese, comunicati a più destinatari». Non solo la condanna a due anni, l’imputata dovrà anche pagare le spese processuali e risarcire il danno alle parti civili.
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