Non ci sono prove che l’Ivermectina sia efficace contro i tumori
«L’ivermectina combatte i tumori» titola un articolo pubblicato da Massimo Mazzucco su Luogocomune. Secondo l’autore, che già in passato aveva diffuso teorie infondate sul tema, «diverse ricerche scientifiche stanno confermando la validità dell’ivermectina per combattere i tumori». Mazzucco ne cita tre, ma come al solito viene omesso il contesto.
Per chi ha fretta
- Gli studi citati per sostenere che «l’ivermectina combatte i tumori» sono in vitro e sui topi.
- Essendo studi puramente preclinici, questi non garantiscono in alcun modo l’efficacia nell’utilizzo negli esseri umani.
- Questo genere di studi non dimostrano, inoltre, gli eventuali rischi per la salute dei pazienti oncologici.
- Gli studi sono datati e pubblicati dal 2019 al 2022, ma ce ne sono altrettanti di questo genere fin dal 2014 senza però andare oltre nella sperimentazione umana.
- Non è la prima volta che Massimo Mazzucco parla di farmaci o prodotti contro i tumori senza fornire una efficacia e sicurezza scientificamente provata.
Analisi
Ecco come Massimo Mazzucco promuove l’articolo su Facebook:
NUOVE RICERCHE SCIENTIFICHE: L’IVERMECTINA COMBATTE I TUMORI.
Cosa dice l’articolo di Mazzucco
Ecco il contenuto dell’articolo:
Diverse ricerche scientifiche stanno confermando la validità dell’ivermectina per combattere i tumori. Eccone alcune:
L’IVERMECTINA INIBISCE LE METASTASI DEL CANCRO “Le metastasi tumorali sono la causa principale di mortalità per cancro; pertanto, è fondamentale scoprire farmaci terapeutici efficaci per la terapia anti-metastasi. Nello studio attuale, abbiamo studiato se l’ivermectina (IVM), un farmaco antiparassitario approvato dalla FDA, potesse prevenire le metastasi tumorali. … I nostri risultati hanno mostrato che l’IVM ha inibito significativamente la motilità delle cellule tumorali in vitro e le metastasi tumorali in vivo…. I nostri risultati hanno indicato che l’IVM era in grado di sopprimere le metastasi tumorali, il che ha fornito la motivazione per esplorare la potenziale applicazione clinica dell’IVM nella prevenzione e nel trattamento delle metastasi tumorali.”
POTENTE ATTIVITÀ ANTITUMORALE CONTRO IL COLANGIOCARCINOMA “Il farmaco antiparassitario, l’ivermectina (IVM), esercita attività antitumorali in diversi tipi di cancro…”
L’IVERMECTINA HA UNA NUOVA APPLICAZIONE NELL’INIBIZIONE DELLA CRESCITA DELLE CELLULE DEL CANCRO DEL COLON-RETTO “È stato dimostrato che l’ivermectina, un farmaco antiparassitario, possiede proprietà antinfiammatorie, antivirali e antitumorali…”
Adesso aspettiamo solo la dottoressa Capua, che con il suo sorriso ebete viene in TV a spiegarci che “l’ivermectina è un medicinale per cavalli, non si usa per gli umani”.
Studi in vitro e sui topi
Massimo Mazzucco condivide l’articolo facendo intendere che stia citando «nuove ricerche scientifiche» sull’argomento che sosterrebbero la teoria proposta. Il primo studio citato è del 2022 ed è stato svolto sia in vitro che in vivo nei topi. Nelle conclusioni, gli autori non si sbilanciano e usano dovutamente il condizionale vista la tipologia di studio. Inoltre, gli autori si limitano soltanto a suggerire che l’Ivermectina potrebbe essere un potenziale agente terapeutico usato da solo o in combinazione con altri farmaci chemioterapici, utilizzati sempre nello studio.
Il secondo studio è ancora più datato, infatti risale al 2019. Al contrario del primo, questo è stato svolto solo in vitro. Lo stesso vale anche per il terzo studio, pubblicato nel 2021, avendo utilizzato una coltura cellulare.
Gli studi preclinici non sono una prova
Gli studi citati da Mazzucco non sono affatto una novità, ne troviamo altrettanti simili fin dal 2014. Tuttavia, tutte queste pubblicazioni scientifiche non sono una prova certa dell’efficacia nella lotta contro i tumori negli esseri umani. Parliamo, però, di studi preclinici che avvengono in vitro o in vivo (nei topi, ad esempio) con i loro grossi limiti. Molti prodotti sono in grado di combattere le cellule tumorali, ma non è detto che applicati nell’uomo funzionino e soprattutto in sicurezza. Infatti, questi studi non forniscono alcuna informazione sulle dosi e i rischi del farmaco nei pazienti oncologici.
Di fatto, le colture cellulari e gli animali utilizzati negli studi preclinici non sono minimamente paragonabili al corpo umano, molto più complesso e con caratteristiche diverse che possono influenzare la reazione dei farmaci testati.
Ecco perché l’affermazione finale dell’articolo di Mazzucco («Adesso aspettiamo solo la dottoressa Capua, che con il suo sorriso ebete viene in TV a spiegarci che “l’ivermectina è un medicinale per cavalli, non si usa per gli umani”») risulti del tutto fuorviante visto che gli studi citati non sono stati testati sull’uomo, al massimo su degli animali, e non si conoscono i rischi per la salute dei pazienti oncologici.
Covid e gli studi clinici dell’Ivermectina sui tumori
L’Ivermectina è stata ampiamente citata in ambito Covid, sostenendo che il farmaco potesse guarire i malati. Nonostante le incessanti campagne da parte di diversi personaggi che l’hanno promosso nei pazienti Covid, nessuno studio clinico su larga scala ha confermato un beneficio. Al massimo, sono stati riscontrati studi in laboratorio dove l’Ivermectina bloccava la replicazione del Sars-Cov-2, ma con concentrazioni troppo elevate rispetto alle dosi autorizzate per l’uso umano, manco fossimo dei cavalli.
È vero comunque che se consideriamo il farmaco per quel che è realmente, ovvero un antiparassitario, questo si è dimostrato efficace anche negli esseri umani, ma contro un parassita endemico in alcune regioni tropicali del mondo, il nematode Onchocerca volvulus che causa la Oncocercosi (cecità fluviale), come spiegavamo qui.
Come dimostrato in questo articolo, gli studi sull’Ivermectina in campo antitumorale non sono affatto una novità, essendo condotti da ben prima della pandemia Covid-19. I risultati non sono soddisfacenti e non è possibile, citando studi preclinici, affermare che “combattono i tumori” a meno che non si voglia trattare l’argomento in ambito veterinario.
Tuttavia, non esistono soltanto studi preclinici. Su ClinicalTrials.gov vengono citati ben 4 studi clinici che menzionano l’Ivermectina e il cancro. Solo due trattano dell’efficacia del farmaco, uno in fase di realizzazione e l’altro privo di informazioni.
I tumori e il “metodo Simoncini”
La figura di Massimo Mazzucco si collega al caso Tullio Simoncini, autore dell’omonimo “Metodo” spacciato per “cura contro il cancro” basato sull’utilizzo del bicarbonato. Una pratica tra le più antiscientifiche e pericolose della storia della medicina italiana, tanto che la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro dedica una sezione dedicata per mettere in guardia e proteggere i malati di tumore da certe truffe. Ricordiamo che a farne le spese fu Luca Olivotto, morto nel 2012 a causa del trattamento ad opera di Tullio Simoncini in Albania.
Mazzucco aveva aiutato Simoncini a promuovere il suo “Metodo”. Lo ha fatto attraverso il suo sito e registrandogli il dominio Tulliosimoncini.com (attualmente chiuso). Per difendere la fantomatica efficacia del “Metodo”, Mazzucco pubblicò un video dal titolo «Cura il cancro per email» (ripreso anche da ArcoirisTV) dove intervistava una presunta paziente di Simoncini “guarita grazie al bicarbonato”, senza rendersi conto di aver pubblicato i documenti clinici della signora che smentivano la stessa narrazione.
Conclusioni
L’Ivermectina è uno dei tanti farmaci o prodotti sottoposti a studi per la lotta contro i tumori. Al momento, risulta approvato solo per le infezioni parassitarie e a determinate dosi. Diversi studi preclinici possono confermare l’efficacia dell’Ivermectina, così come per numerosi altri prodotti o farmaci, ma si può sostenere che sia efficace solo una volta testati nell’uomo e confermando una certa sicurezza.
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