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Catasto, Superbonus e tasse: cosa succede quando aumenta la rendita di una casa e chi pagherà di più

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La revisione e gli aumenti. Gli effetti a catena sulle altre imposte. Il conto a Roma e a Milano. E due milioni di famiglie nel mirino. Incrementi anche per le accise sul gasolio

Cosa succede se aumenta la rendita catastale di una casa? Sono in molti a chiederselo dopo l’annuncio del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il quale ha fatto sapere che l’aggiornamento si applicherà agli immobili che hanno beneficiato di bonus e a quelli fantasma. Una decisione che provocherà un aumento dell’Imu sulle seconde case. A questo si accompagna la riduzione dei bonus sulle ristrutturazioni. Con costi più elevati per i proprietari. Di quanto aumenteranno? Dal 16-18 fino a oltre il 30%. E due milioni di famiglie dovranno pagare imposte più salate. Anche le accise sul gasolio aumenteranno di un centesimo all’anno, nei prossimi cinque. Ma i Tir saranno esentati.

La revisione della rendita catastale

La revisione della rendita catastale è un obbligo. La Legge di Bilancio dello scorso anno la prevede per gli immobili che dopo lavori di ristrutturazione hanno registrato un aumento di valore di almeno il 15%. L’obbligo era previsto già dal 2005. L’Agenzia delle Entrate è deputata a verificare se è stata depositata la richiesta di revisione. Il termine per l’operazione è di 30 giorni dalla fine dei lavori. Le sanzioni per chi non lo ha fatto ammontano a 8.264 euro.

Aumentare le rendite catastali significa poi trovarsi a dover pagare di più una serie di tasse. Ovvero l’Imu sulla seconda casa, l’imposta di registro che si paga sugli atti di compravendita immobiliare e quella di successione in caso di immobili donati o lasciati in eredità. La revisione della rendita, spiega oggi Il Sole 24 Ore, porterà a incrementi che vanno dal 16% al 35%, in caso di doppio salto di classe catastale.

Quanto si paga di più con la revisione

E quindi questi aumenti si rifletteranno sull’Imu per le seconde case. Questo significa che chi oggi paga 900 euro si potrà trovare un incremento di 300 euro a Roma. Mentre per un immobile di cinque vani a Milano l’incremento potrebbe superare i 700 euro. A Palermo un aumento della rendita porterà ad incrementi tra i 74 e i 165 euro. A Firenze gli incrementi partiranno da 165 per arrivare a 358 euro.

Secondo Nomisma saranno il 28% gli alloggi non prima casa che con l’aggiornamento dovrebbero pagare di più. Per questi si passerebbe da una tassa media di 1.047 euro annua a 1.337 euro, cioè 290 euro in più, che moltiplicato per il numero degli alloggi interessati significherebbe un aumento di gettito Imu di circa 126 milioni di euro. Attualmente il costo medio dell’Imu nel Nord Ovest è di 1.060 euro, nel Nord Est di 1.027. Nel centro si attesta a 1.144 euro mentre al Sud il costo è di 982 euro, nelle isole 829.

Gli effetti dell’aumento delle rendite sulle altre tasse

A parte l’Imu anche la Tari, ovvero la tassa sui rifiuti, crescerà. Perché viene calcolata sulla superficie catastale, che farà salire l’importo. L’aggiornamento del Catasto, spiega La Stampa porterà ad aumenti anche sull’Isee, ovvero l’indicatore che serve a calcolare agevolazioni come l’Assegno Unico. Con l’Isee si presenta anche l’Imu e con la recente riforma gli immobili hanno acquisito più peso nella formula di calcolo. Poi ci sono le tasse sulle compravendite. Chi compra casa da un privato (o da un’azienda che vende in esenzione Iva) deve versare un’imposta di registro del 2% (per un importo minimo di 1.000 euro) per la prima casa, del 9% sulla seconda casa, sul valore catastale dell’immobile. Oltre all’imposta ipotecaria pari al 2% del valore dell’immobile e l’imposta catastale pari all’1% del valore dell’immobile.

I bonus edilizi

La rivisitazione degli incentivi fiscali porterà a fatturati in calo dell’edilizia. Gli incentivi di questi anni – non solo il Superbonus – hanno dato una spinta al comparto. E sono valse metà della crescita italiana nel 2021 e nel 2022. Tra i bonus ordinari, ricorda Repubblica, scadono al 31 dicembre 2024: Ecobonus, Sismabonus, Bonus Mobili e Bonus Verde. Fino alla fine del 2025 ci sarà ancora il Bonus Barriere. La maggior parte dei lavori ricadrà sul Bonus Casa. Con un’aliquota al 36% e un limite di spesa di 48 mila euro. Mentre tra le tasse che aumenteranno con la revisione c’è anche l’Irpef per chi ha una seconda casa non locata nel medesimo comune in cui possiede l’abitazione principale. E chi compra una casa ristrutturata con il Superbonus dovrà pagare un’imposta di registro più alta.

La revisione della rendita

Secondo la legge la revisione della rendita deve essere segnalata all’Agenzia delle Entrate. Qualora non lo facesse arriverà la lettera di compliance con l’invito a mettersi in regola. In caso di seconda casa, infine, l’imposta sul Capital Gain va pagata indipendentemente dalla data di acquisto se si rivende entro dieci anni dalla fine dei lavori. I contribuenti interessati vengono calcolati da 1,5 a 2 milioni. Anche se è impossibile sapere quali lavori del Superbonus sono stati effettuati sul primo immobile rispetto alla seconda casa.

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