Chiara Caselli, i nudi con Keanu Reeves, Antonioni «morboso» e Francesco Nuti «da denuncia» per gli abusi
Chiara Caselli , 56 anni, attrice, è la protagonista del film di Elisabetta Sgarbi L’Isola degli idealisti. Bolognese, oggi vive a Roma a Trastevere. E racconta la sua vita e la sua carriera in un’intervista al Corriere della Sera. Nel colloquio con Valerio Cappelli racconta che ha fatto un provino per Pulp Fiction, i nudi con Keanu Reeves e di Michelangelo Antonioni, che durante la produzione di Al di là delle nuvole, suo ultimo film, «filmava i nostri corpi con una certa morbosità». E poi su OcchioPinocchio e Francesco Nuti dice che fu «un’esperienza devastante» e che oggi nel mondo del MeToo e della lotta agli abusi sul set lui sarebbe stato denunciato.
La carriera
Caselli spiega che ha avuto un’infanzia protetta: «I miei hanno avuto tre figli, uno dopo l’altro. Origini umili. Ricordo che da ragazzina ereditavo i pullover dei miei due fratelli, allora si portavano con delle strisce colorate che nel tempo si sbiadivano». Il padre era professore di francese al liceo, poi studiando in età adulta è diventato medico. «Quando perse sua madre, mia nonna, si creò una ferita profonda, ebbe problemi psichici e la mia infanzia protetta andò in frantumi. Quel buco in cui si sprofonda chiamato depressione ebbe degli aspetti violenti. E la mia vita cambiò. All’epoca non c’era la dimestichezza con cui, oggi, si parla di queste cose», ricorda.
La famiglia cattocomunista
Dice di aver ricevuto un’educazione «rigida. Era una famiglia cattocomunista dell’Emilia-Romagna. Da bambina mi negarono l’abbonamento a Topolino perché ai loro occhi era un simbolo del consumismo. Lo stesso per gli spot di Carosello in tv. Mai visti. Alla Befana avevo la calza piena di libri. Il mio preferito era Il cavaliere inesistente di Italo Calvino». A 19 anni è andata via di casa. Aveva già cominciato a recitare: «All’ultimo anno di liceo frequentai una scuola di teatro. Capii che recitare mi permetteva di dare forma al mio violento mondo interiore, che non aveva avuto modo di esprimersi. La recitazione è un alibi perfetto: sei tu, ma con un altro nome e un’altra storia. Debuttai a Bolzano con un collage di poesie. Lì una troupe tedesca cercava un’attrice per una serie tv, Il nido, su persone che convivono senza nessun legame di parentela. Girammo a Wiesbaden, piccola, noiosissima cittadina termale».
OcchioPinocchio
Dice che non ha sempre avuto voglia di fare l’attrice: «La fiducia la riacquistai dopo l’incontro con Liliana Cavani. L’avevo persa durante OcchioPinocchio di Francesco Nuti. Un’esperienza devastante. Dico solo che, oggi, in un mondo in cui la mentalità rispetto agli abusi è profondamente diversa, Nuti avrebbe avuto una denuncia. Avevo 26 anni, ero giovane. Lui non c’è più e non voglio aggiungere altro». Sull’incontro con Harvey Weinstein dice a sorpresa che lui non ci provò: «Dopo avermi vista nel film corale di Marco Tullio Giordana mi chiamò per Pulp Fiction . Nel provino le battute me le diede Quentin Tarantino, il regista, secondo una modalità che in Italia non c’è. Al provino non presero me ma (come moglie di Bruce Willis), Maria de Medeiros. A Weinstein in seguito mandai il mio primo cortometraggio come regista, Per sempre».
Mediosola
Sentimentalmente, dice, «cioè non single al 100 per cento, ho un figlio che amo, studia psicologia, ha una fidanzata fantastica, l’ho cresciuto da sola che aveva 3 anni, un impegno duro anche fisicamente. Ho avuto per tanti anni un compagno, Jacopo Quadri, che non era giusto come secondo padre». Sui nudi dice: «Il mio corpo è un personaggio, se c’era necessità, nessun problema. Ricordo Belli e dannati di Gus Van Sant, eravamo nudi, io e Keanu Reeves, lui bello, sicuro di sé, con un rispetto totale del mio corpo. Io, una pischella di 23 anni. Tutto naturale. Invece fui in forte imbarazzo, mi spiace dirlo ma è così, con Michelangelo Antonioni, in Al di là delle nuvole ». E ricorda: «Vedevo un uomo, in quelle condizioni fisiche così precarie, attaccato alle attrici, filmava i nostri corpi con una certa morbosità. Per fortuna sua moglie Enrica e Wim Wenders, che collaborava, ebbero cura di me».