Stellantis, via libera del governo alla cessione di Comau. Scontro a colpi di mozioni in vista dell’audizione di Tavares in parlamento


Il governo ha esercitato il golden power sulla cessione di Comau da parte di Stellantis. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’operazione che porterà la società di tecnologia, specializzata nell’automazione industriale e nella robotica avanzata, a essere controllata indirettamente dal fondo americano One Equity Partner. L’autorizzazione dell’esecutivo è avvenuto con una serie di prescrizioni, volte – si legge in una nota di Palazzo Chigi – «ad assicurare il livello degli investimenti». L’intero capitale di Comau s.p.a., prosegue la nota della presidenza del Consiglio, è attualmente detenuto da Stellantis, «la quale, a sua volta, acquisirà il 49,9% di Oep Heron BidCo S.r.l., mentre il restante 50,1% sarà detenuto da Oep Heron MidCo S.r.l. (già Lina S.r.l.), società indirettamente controllata dal fondo statunitense One Equity Partners».
L’audizione di Tavares
Nel corso degli ultimi mesi, i rapporti tra Stellantis e il governo italiano si sono fatti via via più incandescenti. «Tocca a Stellantis rilanciare l’auto in Italia e noi aspettiamo una risposta da tempo. Il governo ha fatto la sua parte, l’azienda no», tuonava il ministro Adolfo Urso al Meeting di Rimini. Al centro delle polemiche ci sono i livelli – considerati troppo bassi – di produzione in Italia, ma anche la vicenda relativa alla costruzione della gigafactory di Termoli, in Abruzzo, che ha beneficiato dei fondi del Pnrr ma che ad oggi resta ferma al palo. Carlos Tavares, amministratore delegato del gruppo, è stato chiamato a riferire di tutti questi punti domani, venerdì 11 ottobre, a Montecitorio, di fronte alle commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato.

Le opposizioni in coro: «Serve più coraggio»
In vista dell’audizione di Tavares, lo scontro politico si consuma a colpi di mozioni. Le opposizioni – per una volta unite – ne hanno presentato una in cui accusano il governo di non aver avuto «il coraggio di avanzare a Stellantis alcune richieste semplici e chiare». Nella mozione depositata dai leader di Pd, M5s, Avs e Azione, si chiede, tra le altre cose, «la predisposizione di un pacchetto di iniziative a supporto della filiera produttiva automotive, l’interruzione del processo di spinta alla delocalizzazione degli investimenti dei fornitori, la cessazione del ricorso al lavoro somministrato, un piano di assunzioni per determinare un necessario cambio generazionale e il mantenimento in Italia dei settori della progettazione».
Il governo: «Rivedere il Green Deal»
Anche i partiti di maggioranza hanno depositato una mozione in vista dell’audizione di domani del ceo di Stellantis in cui si impegna il governo ad avanzare una proposta in sede Ue «per rivedere da subito il percorso del Green Deal» sugli obiettivi dell’automotive, ma anche a «promuovere percorsi di transizione della filiera italiana dell’automotive non solo verso l’elettrico ma anche verso soluzioni tecnologicamente ecologiche». Il testo impegna l’esecutivo anche a «convocare i vertici Stellantis per chiarire i termini del piano industriale del gruppo in Italia», chiedendo alla società di comunicare anche «i dati dei dipendenti fuoriusciti dagli stabilimenti italiani attraverso la prassi (con accordi sindacali) delle dimissioni incentivate».
In copertina: Un macchinario di Comau impiegato per la produzione di automobili in uno stabilimento Fiat (Comau.com)