Yiwu, la fabbrica cinese di Babbo Natale si prepara ai dazi di Trump: «Saranno gli americani a pagare»
A Yiwu, in Cina, viene prodotto l’80% degli addobbi natalizi di tutto il mondo. Ma a meno di un mese dal Natale, i commercianti pensano già al prossimo anno. La preoccupazione più grande viene dagli Stati Uniti e risponde al nome di Donald Trump. «Durante il suo primo mandato siamo riusciti a contenere gli effetti dei dazi, ma ora?», dice un commerciante del posto a Gianluca Modolo, inviato di Repubblica, che ha visitato il distretto commerciale Yiwu.
75mila negozi, 2 milioni di prodotti
Yiwu è una città con poco meno di due milioni di abitanti e si trova a circa 350 chilometri da Shanghai. È lì che viene prodotta la stragrande maggioranza degli addobbi di Natale low cost che finiscono nelle case di europei e americani: ghirlande, gestoni, babbi natale, renne pupazzo, alberi finti e non solo. A Yiwu esiste un vero e proprio «Centro internazionale del commercio», che non produce solo articoli per il Natale ma qualsiasi tipo di oggetto: pentole, tappetini, posate, pentole, lampade, calzini. Settantacinque mila negozi, che vendono oltre due milioni di prodotti
Lo spettro dei dazi di Trump
A preoccupare i commercianti cinesi è lo spettro di nuovi dazi evocato da Donald Trump, che il 20 gennaio si insedierà come nuovo presidente degli Stati Uniti. «È ovvio che sono preoccupato, gli Usa sono uno dei miei principali mercati», dice il signor Fu a Repubblica. «Vediamo come va. Se ci saranno meno ordini – aggiunge – potremo gestire quelli che arrivano da altri Paesi. Ora dobbiamo dire di no perché non abbiamo tempo». Il presidente-eletto americano ha promesso dazi al 60% sulle importazioni dalla Cina. Una misura che finirebbe per gravare soprattutto su quei distretti commerciali che, come succede a Yiwu, vivono di esportazioni.
I mercati alternativi
A guardare bene, però, gli Stati Uniti non rappresentano il primo Paese di destinazione dei milioni di prodotti venduti a Yiwu. Nei primi nove mesi del 2024, il commercio con gli Usa si è attestato a 76 miliardi di yuan, poco meno di 10 miliardi di euro. Ma quello verso l’Africa e l’America Latina è stato ancora più alto: rispettivamente, 101 e 95 miliardi di yuan. «Sui dazi alal fine saranno gli americani a pagare il prezzo. Noi continueremo a vendere nel resto del mondo», spiegano ancora i commercianti di Yiwu a Repubblica.
In copertina: Un negoziante di Yiwu, in Cina, 11 dicembre 2020 (EPA/Alex Plavevski)