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Vertici Rai, le opposizioni scrivono a La Russa e Fontana: «È surreale che la maggioranza blocchi la votazione del presidente»

12 Dicembre 2024 - 13:54 Felice Florio
La denuncia presentata alla seconda e alla terza carica dello Stato contro «l'insostenibile impasse» voluto dalla destra in commissione di Vigilanza

È la quinta votazione di fila che, in realtà, non si celebra per mancanza del numero legale. La commissione di Vigilanza Rai, ogni qualvolta viene convocata per eleggere la presidente del Cda di viale Mazzini, resta deserta. Cioè, sono i parlamentari di centrodestra a non presentarsi, perché non hanno i numeri sufficienti per procedere all’elezione senza prima trovare un accordo con parte dell’opposizione. Un raro esempio di ostruzionismo di maggioranza. I capigruppo di centrosinistra nella commissione parlamentare si sono rivolti, a questo punto, alla seconda e alla terza carica dello Stato per denunciare «l’insostenibile impasse». A Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana è stato chiesto «un intervento tempestivo per ripristinare al più presto una condizione di normalità per i lavori della commissione».

Nella lettera, firmata da Stefano Graziano del Pd, Dario Carotenuto del M5s, Angelo Bonelli di Avs e Maria Elena Boschi di Iv, si legge: «È surreale che i gruppi parlamentari che sostengono la maggioranza di governo facciano sistematicamente mancare il numero facendo andare deserte le votazioni bloccando l’iter di completamento della nomina del presidente del Cda creando uno stallo senza precedenti che si ripercuote negativamente sia sul buon funzionamento dell’organo parlamentare, che ormai – a causa dell’atteggiamento della maggioranza e nonostante il richiamo alla responsabilità da parte della presidente della commissione – non si convoca più neppure per lo svolgimento della sua attività ordinaria, e sia sulla già critica situazione della Rai. Ci appelliamo alla vostra funzione di garanti delle regole per porre fine a questo atteggiamento irresponsabile e a questa mortificazione delle istituzioni richiamando le forze politico parlamentari che si stanno rendendo protagoniste di questa imbarazzante condizione a confrontarsi apertamente sul futuro della Rai nell’interesse generale dei cittadini e di una azienda pubblica strategica per il Paese».

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