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I cocci del campo largo dopo le spaccature su Rai e Liguria: torna l’ipotesi Rutelli per ricostruire il Terzo polo

30 Settembre 2024 - 17:54 Felice Florio
L'ex sindaco di Roma nega: «Ho lasciato da più di dieci anni la politica». Per il suo nome, però, insiste Bettini, piace a Conte e risolverebbe quell'incomunicabilità tra M5s e Renzi

Torna a manifestarsi l’attrazione centripeta dei partiti di sinistra. Gli appuntamenti elettorali regionali, lo spiraglio di strappare al centrodestra Liguria e Umbria, la prospettiva della tornata legislativa prevista nel 2027, che potrebbe essere anticipata dalle fratture già presenti nella maggioranza o dalla discesa in campo di un altro Berlusconi, tre decenni dopo: è tutto contendibile, ma bisogna allargare il campo. Il Partito democratico, capofila, ci ha provato in Liguria, ma il Movimento 5 stelle non riesce proprio ad accettare l’ingresso dei renziani in coalizione, e Italia Viva si è dovuta ritirare dalla corsa per Andrea Orlando. Mentre in Parlamento – e in commissione di Vigilanza Rai -, Azione e Matteo Renzi si sono mostrati più vicini al Nazareno di quanto abbiano fatto Alleanza verdi sinistra e Giuseppe Conte. Un campo largo sì, ma minato, nel quale è spuntato il nome di Francesco Rutelli. È la suggestione Margherita.

Bettini persevera, Rutelli respinge

Che l’ipotesi circoli lo sa lo stesso Rutelli. Il quale, in un discorso rivolto ai «60 under 30 che stanno cambiando la politica», durante l’evento del 27 settembre all’Università Link, ha ammesso che gli è stato chiesto più volte di «fare qualcosa». Ma lui ha sempre declinato: «Tocca ai giovani». Nessuno aveva interrogato Rutelli sul tema, però lui ha voluto raccontarlo. Oggi, 30 settembre, l’ex presidente della Margherita ha ribadito il punto a L’aria che tira: «Ho lasciato da più di dieci anni la politica, ma il metodo deve essere quello di unire». Già, unire, «perché finché resta la legge maggioritaria, quelli bravi sono quelli che tengono tutti uniti e si danno obiettivi che la gente capisce». Ed è il motivo per cui Rutelli viene trascinato nell’agone da quando, alle Europee di giugno, né Azione né Italia Viva hanno superato la soglia di sbarramento. Goffredo Bettini ne aveva già parlato nel suo ultimo libro, Attraversamenti, di un possibile campo largo che graviti attorno a Rutelli. Il padre nobile della sinistra lo ha definito, a giugno, «un conciliante raccoglitore». E il pressing continua.

Università Link di Roma | Francesco Rutelli e Goffredo Bettini all’evento «60 under 30 che stanno cambiando la politica» dell’associazione La Giovane Roma, il 27 settembre

L’idea che non dispiacerebbe a Conte

Se Rutelli ha contribuito a oliare persino quell’alleanza tra Romano Prodi, Antonio Di Pietro e Fausto Bertinotti, come potrebbe non riuscire, oggi, a radunare ciò che resta del Terzo polo e portarlo a collaborare i partiti di Elly Schlein e Conte? È la domanda retorica di un esponente del Pd che spera nella riuscita del piano. Non è il solo: oltre Bettini, che sedeva proprio vicino a Rutelli all’Università Link, anche dalla galassia 5 stelle arrivano segnali di gradimento verso l’ex sindaco di Roma. Conte, in primis, condividerebbe più volentieri la coalizione con un centro rutelliano rispetto a uno trainato da Renzi o Carlo Calenda. Il presidente del Movimento 5 stelle conosce bene Rutelli e si è mostrato in pubblico con lui, ad esempio, lo scorso 14 maggio: erano insieme sul palco dell’Auditorium di Roma a presentare il libro di Bettini. Sì, di mezzo c’è quasi sempre il pontiere Dem, che domani – primo ottobre – potrebbe ricambiare il favore a Rutelli e palesarsi alla presentazione del libro Città vince città perde, l’ultima opera del centrista che ispirò la Margherita.

Università Link di Roma | Da sinistra, in alto: Federico Lobuono, Roberta Angelilli, Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli. In basso: Goffredo Bettini, Rino Fisichella, il 27 settembre

Quella via «testardamente unitaria» che si scontra con i mal di pancia personali

C’è un 7-8 per cento di elettorato da riunire: quello che il 25 settembre 2022 ha voluto il successo del Terzo polo, lo stesso che alle Europee del 9 giugno si è diviso, risultando ininfluente. Farlo con Renzi, a prescindere da chi abbia ragione nella diatriba dei veti, risulta complesso. Lo insegna il caso ligure. Anzi, la sola apertura ventilata da Schlein verso una collaborazione con Italia Viva ha generato attriti e intemerate tra Pd, da una parte, e M5s e Avs dall’altra. Per quanto la segretaria del Nazareno voglia percorrere la via «testardamente unitaria», il passato degli attuali centristi è ancora indigesto ai grillini, ma anche a qualche dem. Per provare a scalzare Giorgia Meloni, tuttavia, gli attori dell’opposizione sono consapevoli che è necessario compattarsi con il mondo centrista, un nuovo Terzo polo voluto dagli elettori terzopolisti e accettato da quelli dem, 5 stelle e di Avs. E sul nome di Rutelli, sembrano quasi tutti d’accordo. Tutti tranne lui.

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