Trump sposta Mike Waltz all’Onu, via dalla Casa Bianca il consigliere per la sicurezza dopo lo scandalo della chat sull’attacco in Yemen


Sarà il prossimo ambasciatore Usa alle Nazioni Unite Mike Waltz, già consigliere per la sicurezza nazionale Usa, che secondo i media americani era stato spinto alle dimissioni da Donald Trump assieme al suo vice, Alex Wong. Dimissioni anricipate anche da Politico e che ora trovano conferma nell’annuncio del presidente Usa su Truth. Il ruolo di Waltz sarà ricoperto ad interim dal segretario di Stato americano, Marco Rubio.
L’annuncio di Trump
«Sono lieto di annunciare – scrive Trump – che nominerò Mike Waltz prossimo ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. Fin dalla sua esperienza in uniforme sul campo di battaglia, al Congresso e come mio Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Mike Waltz si è impegnato a fondo per mettere al primo posto gli interessi della nostra Nazione. So che farà lo stesso nel suo nuovo ruol». Intanto, «il segretario di Stato Marco Rubio ricoprirà la carica di Consigliere per la Sicurezza Nazionale, pur mantenendo la sua forte leadership al Dipartimento di Stato. Insieme, continueremo a lottare instancabilmente per rendere l’America e il mondo di nuovo sicuri. Grazie per l’attenzione!».
Il giornalista nella chat sui piani di guerra in Yemen
Lo scorso mese, Waltz era finito sotto accusa dopo aver creato una chat su Signal, includendo per errore il direttore della rivista The Atlantic, Jeffrey Goldberg, rivelando il contenuto di una discussione riservata con alti funzionari della sicurezza nazionale sui piani per un attacco militare contro obiettivi Houthi in Yemen. Successivamente Goldberg ha pubblicato il suo resoconto, omettendo inizialmente i dettagli operativi. Dopo però che il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, la direttrice dell’Intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, e il direttore della Cia, John Ratcliffe, hanno negato che informazioni riservate fossero state condivise sulla chat, ha deciso di pubblicare anche quelle informazioni, che includevano la tempistica degli attacchi e i pacchetti di armi utilizzati.
La difesa di Trump
Dopo lo scansalo, il presidente Trump non aveva mai imposto le dimissioni a Waltz. Anzi, in pubblico aveva confermato il suo sostegno al suo collaboratore definendolo «un brav’uomo» che «ha imparato la lezione». Trump però deve aver cambiato idea, dopo che il nome di Waltz è stato coinvolto in altre vicende controverse che avrebbero esposto l’amministrazione Usa a pericolose fughe di notizie, soprattutto militari.
Il possibile successore
Secondo Politico, che cita fonti vicine alla Casa Bianca, i nomi di un possibile sostituto sarebbero stati discussi per diverse settimane. «Ma il progetto di rimuovere Waltz potenzialmente già questa settimana ha preso piede negli ultimi giorni». Secondo Politico, al momento una delle scelte principali da parte di Trump è l’inviato speciale Steve Witkoff. A lui sono stati affidati materialmente i negoziati con la Russia, oltre che con l’Iran, Hamas e il futuro di Gaza. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, interpellata da Politico al proposito ha sottolineato che «non risponderemo alle indiscrezioni di fonti anonime».