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Romania al voto dopo il caos Georgescu, chi è George Simion: il candidato di estrema destra che guida i sondaggi

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Dopo l'annullamento del voto dello scorso novembre e l'esclusione di Călin Georgescu, domenica 4 maggio i cittadini romeni sono chiamati nuovamente alle urne

La Romania ci riprova. Domenica 4 maggio i cittadini romeni sono chiamati nuovamente alle urne per scegliere il nuovo presidente, dopo le tensioni anche a livello internazionale seguite all’annullamento della precedente tornata elettorale, vinta al primo turno dall’estremista di destra e filo-Putin Călin Georgescu. A soli due giorni dal ballottaggio, la Corte costituzionale invalidò il risultato del candidato pro-Russia per irregolarità finanziarie nella sua campagna elettorale e pesanti ingerenze da parte di Mosca veicolate attraverso TikTok. Nonostante l’esclusione di Georgescu, che aveva gridato al «golpe» e che nei mesi scorsi era stato posto sotto inchiesta, i sondaggi danno largamente favorito il suo “rimpiazzo”, il populista e ultranazionalista George Simion, 38 anni, fondatore e leader del partito di estrema destra Aur (Alleanza per l’unione dei romeni), dato tra il 29 e il 34% delle preferenze. Simion, che alle presidenziali del 24 novembre poi annullate ottenne il 13,9% dei voti, ha posizioni euroscettiche, contrarie all’immigrazione e favorevoli all’unificazione della Romania e della Moldavia. Durante la pandemia da Covid-19, la sua forza politica Aur era stato il principale partito no-vax.

I candidati favoriti

ANSA / EPA/ROBERT GHEMENT

Tra i favoriti figurano, inoltre, il liberale Crin Antonescu, esponente moderato sostenuto dalla coalizione di governo Psd-Pnl-Udmr con un consenso tra il 21% e il 26%; Nicusor Dan, sindaco indipendente di Bucarest e riformista pro-Ue, che oscilla tra il 19% e il 23%; e Victor Ponta, ex premier socialdemocratico, anch’egli indipendente, ma candidato con una piattaforma di orientamento nazionalista, e che può contare su percentuali minori di consenso. Pur essendo il grande favorito, Simion difficilmente potrà affermarsi già al primo turno e i sondaggi ritengono molto probabile un ballottaggio il 18 maggio, con Antonescu e Dan in lotta per il secondo posto e l’accesso al secondo turno. I romeni residenti all’estero hanno già votato e secondo i dati parziali sarebbero quasi 400mila le persone della diaspora ad aver già espresso la loro preferenza. Un’affluenza doppia rispetto allo stesso orario del primo turno poi annullato, che potrebbe avere un impatto significativo sull’esito della consultazione. 

Integrazione euro-atlantica o svolta nazionalista

Il risultato di queste elezioni avrà un impatto rilevante non solo sul futuro politico interno della Romania, ma anche sulle sue relazioni con l’Unione europea e l’Alleanza atlantica. Con l’Ucraina in guerra al confine e la crescente pressione geopolitica nel quadrante sud-orientale dell’Europa, Bucarest si trova, ormai da tempo, di fronte a un bivio: proseguire sulla strada dell’integrazione euro-atlantica o imboccare una svolta nazionalista e isolazionista. Il probabile ballottaggio di maggio potrebbe però aprire la strada a una riconferma della linea filo-europea. Il nuovo presidente prenderà il posto del liberale Klaus Iohannis, dimessosi a febbraio dopo dieci anni di mandato, e sarà chiamato a guidare il Paese in un momento cruciale. Attualmente la presidenza è ricoperta ad interim da Ilie Bolojan. I seggi saranno aperti dalle 7 alle 21 ora locale (dalle 6 alle 20 italiane) di domenica 4 maggio, con possibilità di estensione in caso di lunghe code. 

Foto copertina: ANSA / EPA/ROBERT GHEMENT | Il leader del partito ultranazionalista Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), George Simion, 14 marzo 2025

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