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Per colpa dei dazi di Trump ci saranno meno Barbie e saranno più care

06 Maggio 2025 - 14:40 Stefania Carboni
barbie dazi
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Necessari, per il presidente e Ceo Ynon Kreiz gli aumenti sulle rivendite USA. E cambiano le catene di approvvigionamento: le carte Uno, per esempio, si produrranno in India

Ci saranno meno Barbie e costeranno di più: questo l’effetto sulla bambola più amata, nel mercato degli Stati Uniti, per l’effetto dei dazi dell’amministrazione Trump contro la Cina. Mattel attualmente, come altre realtà aziendali, ha sospeso le sue previsioni finanziarie per l’intero anno. Anche perché gran parte delle vendite globali del gruppo sono proprio negli USA e il 20 per cento dei prodotti venduti provengono proprio dalla Cina. “Il volatile contesto macroeconomico e l’evoluzione del panorama tariffario statunitense” rendono “difficile prevedere la spesa dei consumatori e le vendite di Mattel negli Stati Uniti per il resto dell’anno e durante le festività natalizie”, ha dichiarato alla Reuters il presidente e Ceo di Mattel, Ynon Kreiz, durante la conference call sui risultati del primo trimestre della società.

Ora le carte Uno saranno prodotte in India

Secondo quanto riporta il Guardian la Mattel, che ha sede in California ha deciso che sono “necessari” gli aumenti dei prezzi sui giocattoli. E per sopravvivere stanno cambiando anche le catene di approvvigionamento interne. Per esempio è stata potenziata la produzione in India del gioco di carte Uno. Oltre alla Cina, Mattel importa prodotti come le bambole Barbie e i giocattoli Hot Wheels da Indonesia, Malesia e Thailandia, anche questi paesi colpiti dai dazi reciproci. Kreiz supporta la richiesta della Toy Association di azzerare i dazi sui giocattoli. Anche perché la situazione è drammatica: l’80 per cento dei giochi che finiscono nelle mani dei bambini americani sono “made in China”.

«Una bambina non ha bisogno di 37 bambole»

Secondo quanto ricordano i media statunitensi Trump ha cercato di minimizzare i timori sulle forniture di giocattoli per i bambini americani. Lo scorso fine settimana ha sostenuto che una bambina che desidera un giocattolo «non ha bisogno di 37 bambole» e potrebbe essere «molto felice anche con due, tre, quattro o cinque». Mattel prevede circa 270 milioni di dollari di costi incrementali a partire dal trimestre di luglio, ma si prevede che le azioni di mitigazione compenseranno completamente tali costi. A sostenerlo il direttore finanziario uscente, Anthony DiSilvestro. Il colosso di giochi aveva puntato a una crescita annua delle vendite nette pari al 2-3%.

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