Selvaggia Lucarelli condannata a pagare 65 mila euro, la causa vinta dallo psicologo Foti per il caso Bibbiano: «Ora chieda scusa»


Il Tribunale di Torino ha condannato Selvaggia Lucarelli a risarcire 65mila euro a Claudio Foti, lo psicologo che è stato assolto nell’indagine su presunti abusi nella vicenda di Bibbiano, per averlo diffamato in cinque articoli pubblicati sul Fatto Quotidiano tra il luglio 2019 e l’ottobre 2020 oltre a una sanzione pecuniaria di 15mila euro. Da quella vicenda, lo psicologo Foti è stato assolto in via definitiva ad aprile 2024, con la conferma della Cassazione della sentenza in Appello a Bologna.
Il testo della sentenza: «pervicace volontà diffamatoria»
Per altri tre articoli di Selvaggia Lucarelli, invece, la giudice Claudia Gemelli non ha riscontrato contenuti diffamatori. Tuttavia, in due di essi, come si legge nella sentenza del 2 maggio riportata dall’agenzia Agi, le affermazioni «risultano costruite volutamente al fine di screditare l’attore associandolo ai tristi epiloghi di suicidio». A proposito invece del terzo articolo, si legge nella sentenza, «l’inutile ridicolizzazione dell’attività lavorativa del dottor Foti, è spettacolarizzata e amplificata del titolo, a dimostrazione della pervicace volontà diffamatoria». È stata quindi accolta la tesi sostenuta dall’avvocato di Foti, Luca Bauccio, secondo cui «gli articoli hanno trasmesso al lettore la rappresentazione dello psicologo quale colpevole di fatti di cui egli è del tutto estraneo».
Le parole dell’avvocato di Foti: «Lucarelli chieda scusa a Foti»
La sentenza, secondo l’avvocato Bauccio che assiste Foti, è «un atto di giustizia e una conquista di libertà». Il legale ribadisce la sua soddisfazione dopo la «condanna di Selvaggia Lucarelli e Marco Travaglio, per aver diffamato ripetutamente e pervicacemente Claudio Foti con ben cinque articoli a firma di Lucarelli pubblicati su “Il Fatto in un anno». A questo punto, insiste Bauccio, è arrivato il momento che «Lucarelli chieda scusa a Claudio Foti per la sua spietata gogna anziché rilanciare le sue accuse e pretendere di accreditarsi come la padrona della verità e della reputazione delle persone».