Emanuele De Maria, la relazione del carcere per il lavoro esterno: «Persona equilibrata e senza scompensi psichici»


Veniva descritto come una persona «totalmente equilibrata e senza scompensi psichici» Emanuele De Maria, il detenuto ammesso al lavoro esterno e che in 48 ore, lo scorso fine settimana, ha ucciso una collega 51enne Chamila Wijesuriy, ha tentato di uccidere un altro dipendente e si è tolto la vita gettandosi dal Duomo di Milano. In una relazione inviata dal pool di educatori e psicologi del carcere di Bollate al tribunale di Sorveglianza di Milano – per chiedere l’approvazione del regime di lavoro all’esterno dell’istituto penitenziario – si legge che Il 35enne avrebbe anche coltivato «relazioni affettive» in ambito lavorativo.
Le due relazioni degli educatori del carcere
Il documento riemerso in questi giorni comprende due relazioni inviate al tribunale di Sorveglianza, rispettivamente nel 2023 e 2024, per autorizzare De Maria a lavorare presso l’Hotel Berna di via Napo Torriani, a Milano. Nelle carte ci sono i pareri di un’équipe di psicologi ed educatori, firmate dalla direzione del carcere milanese di Bollate, e il provvedimento di poche righe della giudice Giulia Turri che, sulla base di quelle relazioni, ha dato l’ok. Nella prima relazione, il carcere ha segnalato che De Maria – condannato a 14 anni e 3 mesi in abbreviato per l’omicidio, senza aggravanti, di una donna – era una persona collaborativa, che aveva dato segni di pentimento e aveva iniziato a studiare e aveva dato anche due esami universitari. La seconda relazione, invece, è stata stilata dopo l’inizio del percorso di lavoro in albergo e indica che De Maria non ha avuto problemi con i colleghi e ha instaurato anche relazioni affettive.
Nordio chiede copia degli atti
Quelle relazioni stridono con quanto accaduto lo scorso 9 maggio, quando De Maria ha accoltellato a morte Chamila Wijesuriya, la barista con cui aveva una relazione e che voleva lasciarlo, e il giorno dopo ha cercato di assassinare Hani Fouad Nasra, che aveva messo in guardia la donna dalla sua pericolosità. Ai magistrati milanesi è arrivata la richiesta del ministro Carlo Nordio di ricevere copia di tutti gli atti del fascicolo trattamentale-penitenziario di De Maria.