Russia e Ucraina scambieranno 1.000 prigionieri, nulla di fatto sul cessate il fuoco. Kiev insiste: «Serve incontro Putin-Zelensky»


Si è conclusa dopo quasi due ore di discussioni la prima sessione di negoziati diretti tra Russia e Ucraina al palazzo Dolmabahce di Istanbul. Secondo quanto hanno riferito entrambe le delegazioni, il principale risultato concreto raggiunto sarebbe lo scambio di 1.000 prigionieri per parte. Nel suo resoconto ai media, il capo delegazione russo Vladimir Medinsky va però oltre e aggiunge che Mosca e Kiev avrebbero concordato di mettere entrambe a punto «la propria visione di un possibile cessate il fuoco», da confrontarsi ai prossimi colloqui. Le parti avrebbero infatti convenuto di continuare i negoziati, ha riferito Medinsky, che ha assicurato che la Russia è soddisfatta dei risultati dei negoziati di oggi e «pronta a continuare i contatti». Secondo il il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov nei colloqui si sarebbe anche discussa la possibilità di un incontro «a livello di leader dei Paesi», ossia tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. «La parte ucraina ha chiesto negoziati diretti tra i capi di Stato. Abbiamo preso in considerazione questa richiesta», è la conferma/prudente replica di Medinsky. Che ora riporterà quanto accaduto al Cremlino, dove si valuterà se e come procedere nella trattativa.
Le richieste «inaccettabili» di Mosca
Le prime informazioni filtrate dai colloqui di Istanbul sembravano in realtà confermare tutte le distanze tra le parti. La Russia avanza «richieste inaccettabili» per far fallire i colloqui, ha detto una fonte diplomatica di Kiev all’Afp, precisando che Mosca avrebbe chiesto all’Ucraina di cedere territori prima del cessate il fuoco. Non è neppure chiaro se vi sarà a seguire una nuova sessione di colloqui. Le fonti di Kiev consultate dall’Afp dicono che una ripresa dei negoziati oggi è «possibile», ma non ancora «pianificata». I colloqui diretti tra le delegazioni di Mosca e Kiev sono stati preceduti da un incontro trilaterale tra Stati Uniti, Ucraina e Turchia, ma secondo la stampa turca anche da un incontro tra Vladimir Medinsky, capo-delegazione del Cremlino, e rappresentanti Usa.
Chi è presente ai colloqui di Istanbul
Dopo la rinuncia a partecipare dei due leader Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, così come del presidente Usa Donald Trump, all’incontro non era presente nessuno dei leader coinvolti. Al loro posto c’erano le delegazioni, di cui fanno parte il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, il segretario di Stato americano Marco Rubio, l’ambasciatore statunitense ad Ankara Tom Barrack e il rappresentante speciale degli Stati Uniti per l’Ucraina Keith Kellogg. Capo della delegazione russa è Vladimir Medinsky e per la parte ucraina sarebbero presenti il capo dell’amministrazione presidenziale, Andriy Yermak, e i ministri della Difesa e degli Affari Esteri, Rustem Umerov e Andriy Sybiga.
Le parole di Trump e il vertice tra leader europei
Un incontro tra funzionari che, dati gli sviluppi degli ultimi giorni, ha poche speranze di assumere decisioni chiave. Il primo a sfilarsi è stato Putin, a ruota Zelensky, infine Trump, che ha fatto sapere di voler incontrare il leader russo «non appena possibile», dopo che nei giorni scorsi ha detto ai giornalisti che viaggiavano con lui sull’Air Force One che «non succederà nulla finché io e Putin non ci incontreremo». Il presidente americano ha poi dichiarato che tornerà a Washington dopo aver concluso il suo tour nei paesi del Golfo. Anche il premier britannico Keir Starmer si è espresso, con un avvertimento: «Putin dovrà pagare il prezzo per il suo rifiuto di fare la pace». Intanto, l’Unione europea discute oggi a Tirana un nuovo pacchetto di sanzioni a Mosca, con l’approvazione degli Stati Uniti. L’obiettivo comune di Bruxelles e Washington è quello di portare Putin al tavolo negoziale.
Foto di copertina: Ansa/Epa/Ministero degli Esteri turco – Le delegazioni di Russia e Ucraina ai colloqui ospitati a Istanbul – 16 maggio 2025.