Perché Sempio non si è presentato all’interrogatorio, le risposte di Stasi su di lui e la fiducia di Marco Poggi: gli interrogatori su Garlasco


È scontro aperto tra la procura di Pavia e Andrea Sempio, che ha dato buca al procuratore aggiunto Stefano Civardi e non si è presentato all’interrogatorio previsto oggi alle 14. A quell’ora, sceso dal retro di una macchina, a varcare la soglia del tribunale è invece Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Nel frattempo a Venezia, Marco Poggi, fratello della vittima, si sottoponeva alle domande della pm Giuliana Rizza sostenendo l’estraneità dai fatti dell’amico Sempio. Tre appuntamenti, tre risultati differenti. Per gli avvocati di Andrea Sempio, unico indagato della nuova indagine con l’accusa di omicidio volontario in concorso con ignoti, la decisione di non recarsi al Palazzo di giustizia di Pavia è una semplice mossa all’interno della battaglia con gli inquirenti: «Guerra dura senza paura», ha scritto su una storia Instagram la legale – e amica di infanzia del 37enne – Angela Taccia. Poche ore dopo, l’esclusiva del Tg1: secondo un’analisi dattiloscopica disposta dalla procura, vicino al cadavere della 26enne sarebbe stata rinvenuta l’impronta di una mano proprio di Sempio.
Il cavillo legale e la decisione di non presentarsi: «La convocazione è nulla»
La battaglia, dunque, continua e non sembra destinata a finire a breve. Secondo fonti giudiziarie, i legali di Sempio, Angela Taccia e Massimo Lovati, si sarebbero appellati all’articolo 375 comma 4 per giustificare l’assenza del loro assistito all’interrogatorio. L’invito a presentarsi in tribunale – questa la loro versione – sarebbe stato «nullo». Non avrebbe infatti rispettato i termini di tempo stabiliti dalla legge, secondo cui deve essere notificato «almeno tre giorni prima di quello fissato per la comparizione salvo che, per ragioni di urgenza, il pubblico ministero ritenga di abbreviare il termine, purché sia lasciato il tempo necessario per comparire». La decisione di non sottoporsi all’interrogatorio, ha spiegato Lovati, sarebbe stata presa nella giornata di lunedì 19 maggio insieme ad Andrea Sempio.
Cosa succede ora con Andrea Sempio, le prossime mosse della procura
Quali le prossime mosse? La procura potrebbe riformulare la strada di una nuova convocazione, sanando la carenza contestata dai difensori del 37enne. Oppure, se non ravvisasse alcuna carenza nel suo atto, potrebbe disporre «l’accompagnamento coattivo» in tribunale. Al momento, secondo Ansa, gli inquirenti non avrebbero alcuna intenzione di riconvocare Sempio, forse in attesa di ulteriori sviluppi per affondare nuovamete il colpo.
Alberto Stasi risponde alle domande: «Non so neanche che faccia avesse Sempio»
Per due ore, invece, Alberto Stasi ha risposto a tutte le domande degli inquirenti. «È stata una giornata molto positiva», ha commentato il legale Antonio De Rensis. Secondo i difensori dell’allora fidanzato di Chiara Poggi, Stasi avrebbe ribadito di «non conoscere né aver mai visto» Andrea Sempio: «Non sapeva neanche che faccia avesse». Al 41enne sarebbe stato chiesto della serata trascorsa con Chiara Poggi il 12 agosto 2007, il giorno prima del delitto, e se fosse a conoscenza di quali zone della villetta di via Pascoli frequentasse Sempio. Durante queste domande, a Stasi sarebbe stata fatta presente l’impronta palmare rinvenuta sul muro vicino al cadavere della donna che, secondo i pm, sarebbe proprio di Sempio.
L’interrogatorio a Marco Poggi: «Con Sempio siamo amici, convinto della sua estraneità»
Se Stasi si sarebbe limitato a «rispondere a tutte le domande», diversamente è andato l’interrogatorio di Marco Poggi, fratello della vittima e amico di Sempio. Secondo il suo avvocato Francesco Compagna, Poggi avrebbe «collaborato con gli inquirenti» e avrebbe ribadito «la convinzione della estraneità di Sempio alla tragica vicenda che ha sconvolto la sua famiglia». Non solo. Rispondendo alle voci che nei giorni scorsi raccontavano di freddezza e distanza tra i due storici amici, ha insistito sul «legame di luga data» tra sé e il nuovo indagato.
Corona: «Il procuratore ha prove su Sempio che non può utilizzare»
A fare a sua volta uno show nello show è Fabrizio Corona che, dopo le rivelazioni di ieri nel suo canale Youtube, si è presentato davanti agli inviati tv. «Io da chi lo so non ve lo dico, io vi sto dicendo che il procuratore Napoleone ha da tre anni, da quattro anni, delle prove che non può utilizzare. Vi dico una cosa in più da quanti anni e’ indagato Sempio? Da sei anni. Perché ha indagato Sempio? Perché il procuratore lo sa che è colpevole, lo sa perché ha le prove, ma non le può utilizzare», ha detto l’ex re dei paparazzi. «Una persona, molto probabilmente l’avvocato De Rensis – ha aggiunto Corona – ha fatto per tre anni delle investigazioni abusive. Cosa significa? Che ha riscontrato dopo tre anni di indagine chi sono i veri colpevoli, che non è Stasi e sono più di quattro, è riscontrato da delle oggettive prove». Corona ha poi riferito che «il supertestimone è andato prima dalla famiglia Poggi, la famiglia non lo ha voluto ascoltare quando sosteneva che il colpevole non è Stasi». «Io sono qui per fare il mio lavoro, come voi giornalisti. Nessuno mi ha chiamato. Pero’ sta roba che non capite, che ci sono delle prove, certe io non lo dico per spettacolarizzare la mia immagine, non ne ho più bisogno a 51 anni. Posso smettere di lavorare a vita», ha concluso.
La reazione differente degli avvocati: quello di Stasi parla. La legale di Sempio posta su Instagram
«Alberto Stasi non conosceva Andrea Sempio, assolutamente. Adesso andiamo a spiegare tutto ai magistrati», ha dichiarato il legale del condannato, Antonio De Renzis, che sostiene che ci siano dei buchi nella vicenda. «Non so se riscriveremo questa storia, so che la stiamo ridisegnando. Adesso vediamo questo disegno dove ci porterà, però c’è molta fiducia e molto rispetto per l’operato della magistratura che non credo operi sulla base di un’idea, come ho sentito, né tantomeno su tesi strampalate». L’avvocata Angela Taccia, che difende Andrea Sempio insieme al collega Massimo Lovati scrive in una storia su Instagram: «Guerra dura senza paura». «CPP we love you», aggiunge, insieme ad un cuoricino blu. E per CPP probabilmente non si intende un gruppo musicale bensì il codice di procedura penale: articolo 375 comma 4. «L’invito a presentarsi è notificato almeno tre giorni prima di quello fissato per la comparizione». Se questa tempistica non viene rispettata Sempio, anche da indagato, può non presentarsi. Secondo quanto riporta Repubblica la notifica sarebbe stata fatta giovedì scorso, il 15 maggio, quando Sempio e la madre furono convocati a Milano per la restituzione dei cellulari sequestrati nella maxi-perquisizione estesa al canale di Tromello.