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Caso Visibilia, per Santanchè rimane l’accusa di truffa all’Inps. La ministra pronta a rendere interrogatorio a Milano

20 Maggio 2025 - 14:30 Cecilia Dardana
daniela santanche
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Gli avvocati stanno valutando l'interrogatorio di Santanchè che sarebbe pronta a venire in aula dopo l'udienza del 9 luglio, giorno dedicata alla discussione dei pm

Continua il processo per truffa aggravata all’Inps che vede tra gli altri indagati anche la Ministra del turismo, Daniela Santanchè. Sulla base di una sentenza del 2024 della Cassazione a Sezioni Unite, nell’udienza preliminare di questa mattina, i legali della senatrice di Fratelli d’Italia – già a processo con altre 16 persone per falso in bilancio su Visibilia – hanno, infatti, insistito sul tema della corretta qualificazione giuridica dell’accusa contestata, chiedendo di modificare il reato. La gup di Milano Tiziana Gueli ha però respinto la richiesta di riqualificare l’accusa, contestata dai pm, da truffa aggravata ai danni dell’Inps nella più lieve ipotesi di «indebita percezione a danno dello Stato di erogazioni pubbliche». Il procedimento è quello che vede al centro la cassa integrazione nel periodo Covid per i dipendenti di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, che in realtà avrebbero lavorato.

I tentativi della difesa

Ma non è l’unica carta che ha tentato di giocarsi la difesa. Marcello Elia, che assiste Paolo Giuseppe Concordia, ex collaboratore esterno del gruppo fondato dalla ministra, aveva anche posto in essere la questione della «corretta veste giuridica» dei dipendenti sentiti nelle indagini. Voleva cioè far dichiarare inutilizzabili le testimonianze dei dipendenti del gruppo Visibilia che sono stati sentiti durante il procedimento, per «cancellare» una parte dell’impianto accusatorio. Secondo i legali, infatti, i dipendenti, che hanno percepito la contestata cassa integrazione Covid, andavano sentiti in veste di indagati. Ebbene, la giudice, sempre nell’udienza preliminare che vede imputate anche le due società e altre due persone, tra cui il compagno della Santanchè, Dimitri Kunz, ha respinto anche quest’altra eccezione preliminare.

Il caso del collaboratore esterno di Visibilia

Visibilia Editore, assistita dall’avvocato Maurizio Riverditi, ha già chiesto di patteggiare e le due società hanno risarcito l’Inps. Concordia era stato l’unico a farsi interrogare dai pm, dopo la chiusura di questo filone di indagini sul caso Visibilia, e aveva chiarito che, da consulente esterno, lui si occupava della gestione dei pagamenti ai dipendenti e in parte della gestione della Cig. «Le decisioni sui pagamenti ai dipendenti, compreso il capitolo della cassa integrazione, le gestivo io, me ne sono occupato io della Cig», ha detto Concordia in aula. In quel periodo di pandemia, però, aveva spiegato, la situazione non era affatto facile e c’era anche confusione normativa su ciò che si poteva e non si poteva fare tra smart working e cassa integrazione.

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