Il decreto cittadinanza del governo Meloni fa arrabbiare gli italoamericani: «Pronti a combattere questa legge»


Sta facendo discutere negli Stati Uniti il decreto cittadinanza che martedì 20 maggio ha ricevuto il via libera della Camera ed è diventato legge. Il provvedimento introdotto dal governo Meloni introduce una stretta sulla doppia cittadinanza e prevede che gli italo-discendenti nati all’estero possano avere il passaporto italiano per ius sanguinis solo fino a due generazioni. Una novità introdotta, stando a quanto dichiarato dall’esecutivo, per frenare l’ondata di domande provenienti dall’America Latina. Tra le persone più direttamente coinvolte dalle nuove regole, rivela il Financial Times, ci sono però anche tanti italoamericani, che proprio in questo periodo stavano valutando di trasferirsi in Europa dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
La frustrazione della comunità italoamericana
«La comunità italoamericana ha sempre nutrito un forte orgoglio per le proprie origini e molti di loro hanno preso la cosa molto sul personale», ha spiegato l’avvocato Marco Permunian, fondatore di Italian Citizenship Assistance, una ONG che aiuta gli americani a documentare la propria ascendenza, al quotidiano statunitense. «Molti», ha spiegato, «si stanno preparando a combattere questa legge. Sono molto motivati e non hanno intenzione di mollare».
La questione è finita pure sotto i riflettori della politica americana, con i quattro co-presidenti della delegazione italoamericana al Congresso che hanno scritto una lettera sul tema: «In un momento in cui le relazioni transatlantiche sono sottoposte a nuove pressioni, le voci rassicuranti di 20 milioni di italoamericani fungono da ponti tra le nostre nazioni», si legge nel documento. La mossa del governo italiano, scrivono ancora i parlamentari, «rischia di alienare» decine di migliaia di italoamericani che avevano «investito molto tempo, sforzi e risorse finanziarie» per prepararsi a chiedere la cittadinanza italiana.
Cosa prevede il decreto cittadinanza approvato dal governo Meloni
Il provvedimento approvato ieri dalla camera – con 137 sì, 83 no e 2 astenuti – prevede un inasprimento delle regole sulla doppia cittadinanza. Nell’ultimo decennio, il numero di cittadini italiani residenti all’estero è aumentato del 40%, passando da 4,6 milioni a oltre 6,4 milioni. Molti di loro, secondo quanto spiegato dal governo, sono cittadini con doppia cittadinanza. «La destra conservatrice ha sempre considerato gli italiani all’estero i migliori ambasciatori dell’Italia, una risorsa straordinaria», ha dichiarato Marco Lisei, senatore di Fratelli d’Italia, al Financial Times. «Ma poi – ha aggiunto – è emerso un vero e proprio traffico di cittadinanza, che ha costretto il governo a intervenire».
La principale novità del decreto sulla cittadinanza, approvato a meno di un mese dal referendum indetto sullo stesso tema, è la stretta sugli italo-discendenti nati all’estero, che saranno automaticamente cittadini per ius sanguinis solo per due generazioni. In altre parole, solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia potrà essere cittadino italiano dalla nascita. Un’altra novità riguarda i minori stranieri o apolidi, discendenti da padre o madre cittadini italiani per nascita, che diventano cittadini italiani nel caso in cui i genitori o il tutore dichiarino la volontà di acquisire tale status. Infine, il provvedimento consente l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato, oltre alle quote previste dal decreto flussi, agli stranieri residenti all’estero e discendenti da un cittadino italiano in possesso della cittadinanza di uno Stato di destinazione di rilevanti flussi di emigrazione italiana.