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Ilaria Salis sfida Viktor Orban a casa sua, la prima volta a Budapest dopo il carcere. Lei vuole andare al Pride vietato: che cosa rischia chi partecipa

22 Maggio 2025 - 22:43 Giulia Norvegno
Ilaria Salis e Viktor Orban
Ilaria Salis e Viktor Orban
L'eurodeputata italiana guida la protesta dei parlamentari europei che hanno deciso di partecipare al Pride del 28 giugno a Budapest. Un evento vietato dalla legge ungherese. Perciò gli organizzatori hanno dovuto chiarire quali sono i rischi per chi ci sarà

Ci sarà anche Ilaria Salis alla Budapest Pride March, la marcia organizzata dalla comunità Lgbtq ungherese nonostante il divieto imposto dalla maggioranza di Viktor Orban. L’eurodeputata di Verdi e Sinistra ha lanciato una vera e propria sfida al presidente ungherese Viktor Orban, con l’annuncio di voler partecipare alla marcia del 28 giugno proprio a Budapest, dove è stata in carcere oltre un anno e mezzo. E dove Salis non torna da quando è stata eletta e scarcerata. Nonostante la legge ungherese che vieta manifestazioni pubbliche proprio come il Pride, gli organizzatori di Budapest hanno deciso di mantenere l’evento, scegliendo di svolgere comunque una marcia, seguita da una festa che aiuterà anche a raccogliere fondi, anche per le multe che fioccheranno quel giorno.

La detenzione di Salis in Ungheria

Con Salis ci saranno anche altri eurodeputati di vari gruppi, da sinistra fino al Partito popolare europeo. Ma inevitabilmente la presenza dell’eurodeputata italiana la pone in testa alla protesta europea a Budapest. Salis è stata rinchiusa nel carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi utca di Budapest per oltre 15 mesi, per poi passare ai domiciliari. L’attivista era stata arrestata a febbraio 2023 accusata di aver partecipato ad almeno due aggressioni contro tre militanti di estrema destra. Ed era anche accusata di far parte di un’associazione criminale. L’insegnante monzese si è poi candidata alle Europee per Avs ed è stata eletta. Dopo una settimana circa, ha potuto lasciare Budapest. Da allora non ha più messo piede nella capitale ungherese.

Che cosa rischia di partecipa al Budapest Pride

Ilaria Salis e gli altri colleghi del Parlamento europeo marceranno a Budapest godendo dell’immunità parlamentare, che proprio il governo ungherese ha chiesto a Strasburgo di revocarle. Per cui la polizia ungherese, in teoria, non potrebbe arrestarli o la giustizia ungherese non potrebbe perseguirli. E ci pensano comunque anche gli organizzatori del Budapest Pride a mettere in chiaro che cosa rischiano i partecipanti alla marcia di giugno: «Sebbene la marcia sia ufficialmente vietata dalla nuova legge – scrivono gli organizzatori del Pride ungherese – partecipare a una protesta vietata è solo un reato minore».

La multa e la «protezione internazionale»

Insomma la polizia al massimo dovrebbe comunicare delle multe da 16 a 500 euro, che «difficilmente vengono applicate a livello internazionale». E lanciano un appello perché dall’estero partecipino in tanti: «Se la polizia multa un partecipante sul posto, chiederà di accettare la multa con la firma. La multa può essere contestata legalmente solo in seguito, se non viene accettata (firmata) sul posto. È prevista la presenza della polizia, ma la detenzione non è legalmente consentita e il controllo internazionale rende meno probabile un’azione illegale. Insieme, in numeri schiaccianti, possiamo resistere alla paura, eludere la sorveglianza e mettere in ombra l’odio. Facciamo in modo che questo sia il corteo del Pride più grande e visibile nella storia dell’Ungheria. La solidarietà è la nostra forza. La visibilità è la nostra resistenza».