«Picchiata e torturata, le hanno rotto i denti»: l’indagine sulla madre per il rapimento di Denisa Maria Adas


Denisa Maria Adas è stata sequestrata da un gruppo di rumeni. Che volevano costringerla a «lavorare» come escort per loro. Ma sulla scena c’è un avvocato italiano. Suo cliente da tempo, lei lo ha sempre respinto. E lui si è offerto alla madre Maria Cristina Paun di fare da mediatore. Forse con intenzioni diverse. Questa è la tesi della procura di Prato sulla scomparsa della ragazza il 16 maggio scorso dal residence Ferrucci. E la madre è indagata per false dichiarazioni ai pubblici ministeri. Perché questa storia non l’ha raccontata lei agli investigatori. Ci ha pensato un’amica. Mentre la madre alla polizia non ha detto nulla.
Picchiata e torturata
L’amica ha aggiunto che i rapitori hanno picchiato Denisa e le hanno rotto i denti. In questo momento, sempre secondo la testimonianza, sarebbe ferita ma ancora viva. Mentre l’avvocato «si è proposto di mediare con i rapitori». La storia doveva finire in due giorni, nel senso che il piano era di far accettare le proposte e liberarla. Ma la denuncia alla polizia ha complicato le cose. Nel frattempo chi indaga ha effettuato una perquisizione in casa della madre di Denisa. E ha scoperto che possedeva un secondo cellulare. Proprio quello che avrebbe usato per comunicare con i rapitori. Ora bisognerà verificare se le chat ancora esistono. L’uomo sarebbe talmente ossessionato che «la madre le avrebbe dato Denisa in cambio dell’aiuto per trovarla».
«Se vado da lui mi ammazza»
Una testimone l’ha sentita parlare al telefono con qualcuno la mattina della scomparsa. E dire: «Se vado da lui, o quello mi vede, mi ammazza». Una frase che non si accorda con la ricostruzione di queste ore. E che può far pensare che invece il rapimento sa stato una messinscena sin dall’inizio. Denisa era arrivata a Prato da Roma lunedì 12 maggio prenotando un soggiorno fino a domenica. Alle 20.30 di giovedì 15 aveva ricevuto un cliente. Poi ha parlato con la madre alle 23.28 per 38 minuti. Il cellulare ha infine agganciato una cella telefonica alle 2.43 in via Nenni, a sei minuti di distanza dal residence e a pochi passi dall’autostrada. Poi più nulla.
«Le hanno buttato giù tutti i denti»
«L’hanno presa. Le hanno fatto del male. Le hanno buttato giù tutti i denti», è la frase detta dall’amica secondo Il Messaggero. Mentre lei in una chat con alcune sue colleghe avrebbe segnalato la presenza di «un uomo pericoloso».